“Nel quinquennio 2014-2018 il disavanzo complessivo della sanità sarda ammonterà a 750 milioni“. È questa la prima fotografia che emerge dai conti delle undici Asl isolane e a partire dai quali la giunta di Francesco Pigliaru sta lavorando su un doppio fronte: “Da un lato prevedere la copertura finanziaria di questo enorme deficit creato dalla precedente gestione di centrodestra; dall’altro dare avvio al piano di rientro per portare la sanità a costi sostenibili”.
Il governatore parla dal palazzo di viale Trento, nella conferenza stampa organizzata insieme agli assessori Luigi Arru (Sanità) e Raffaele Paci (Programmazione) per illustrare il piano di rientro “rispetto a questo disastro che stiamo documentando”, dice Pigliaru. E “solo col taglio agli sprechi e la riorganizzazione dei servizi contiamo di risparmiare 328 milioni dal 2016 al 2018”. Verranno così divisi: 63 milioni nel primo anno, 126 nel secondo e 138 nel terzo.
Saranno quattro le macro azioni previste dal piano di rientro. La prima riguarda “l’erogazione delle prestazioni sanitarie – spiega Arru -. Vuol dire revisione delle tariffe con tutti i fornitori del Servizio sanitario regionale”. Su questo asset è prevista una riduzione dei costi pari a 5 milioni nel 2016, a 13 nel 2017 e a 14 nel 2018″, per un totale di 32 milioni.
Il secondo versante di intervento si svilupperà sul “sistema di acquisti, i processi gestionali e la spesa per il personale”. Il risparmio sarà di 18 milioni nel 2016, di 16 nel 2017 e di 35 nel 2018, per un taglio complessivo di 69 milioni. Ancora: la riduzione della spesa farmaceutica permetterà di falciare “altri 113 milioni di inefficienze, di cui 36 nel 2016, 42 nel 2017 e 34 nel 2018”.
Infine: con la razionalizzazione della spesa ospedaliera (questo il percorso deciso da Arru), i risparmi ammonteranno a 114 milioni nel triennio, con minori costi di 4 milioni nel 2016, di 55 nel 2017 e di altri 55 nel 2018″.
Al piano triennale di rientro sarà affiancato poi un ulteriore recupero di risorse, visti i 750 milioni di disavanzo totale. “Come noto – sottolinea Paci – stiamo lavorando all’aumento dell’Irpef e dell’Irap, senza però gravare sulle famiglie più disagiate. La discussione in maggioranza non è conclusa, ma esiste un accordo di massima sul valore delle aliquote da modificare”.
Al. Car.
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