Una Asl anziché otto. Ma il Pds ne vuole tre. E spuntano le aree sanitarie

La sanità sarda si prepara a cambiare pelle con l’Asus, l’azienda sanitaria unica. Ma il Partito dei sardi spinge per mantenere tre Asl.

Niente da fare: sull‘Asl unica regionale (Asur), quella che dal 1° luglio sostituirà le otto aziende sanitarie territoriali, la maggioranza di centrosinistra resta divisa. La fumata nera arriva dal vertice convocato questa mattina per provare a trovare una mediazione intorno alla proposta avanzata dal Partito dei sardi (Pds) che suggerisce di mantenere tre Asl, a Cagliari, a Nuoro (per il centro Sardegna) e a Sassari. Ma l’unico accordo trovato è che il ddl della Giunta, approvato il 3 maggio scorso (qui la delibera), non verrà cambiato in commissione. Gli eventuali emendamenti saranno proposti direttamente in Consiglio regionale, quando comincerà l’esame del testo normativo dopo le Amministrative del 5 maggio. Intanto sul funzionamento dell’Asur il quadro è questo: sotto l’Azienda sanitaria unica ecco le aree socio-sanitarie. Per i primi sei mesi saranno otto, poi spetterà al direttore generale dell’Asur decidere il loro numero prevedendo che ciascun ambito sia ulteriormente diviso in distretti.

Al momento il Pds non si è portato dietro altri partiti e nemmeno sta usando toni da guerra. “Noi – spiega il capogruppo Augusto Cherchi – non dobbiamo fare barricate. Al resto della maggioranza stiamo solo chiedendo che la nostra proposta di legge venga analizzata, perché ha la stessa dignità di quella sostenuta dal Pd (ovvero il ddl della Giunta)”. Cherchi fa notare ancora: “La soluzione delle tre è una proposta di buon senso che noi difenderemo con tutti gli strumenti democratici perché crediamo migliorativa rispetto all’Asur”.

Al Partito dei sardi non piace per nulla che i tre miliardi della sanità isolana vengano gestiti da un’unico direttore generale. E già da ora è facile immaginare che lo indicherà il Pd, in quanto primo partito della coalizione, sebbene la nomina spetti formalmente alla Giunta “attingendo dall’elenco degli idonei costituito ai sensi della norma vigente”, si legge nel ddl della Giunta al comma 2 dell’articolo 3 (leggi qui).

In aula, dopo il voto del 5 giugno, si capiranno meglio le posizioni. Di certo in maggioranza vanno fatte ancora verifiche interne prima di dare il via libera all’Asur. Daniele Cocco, capogruppo di Sel, dice: “Attendiamo che la Giunta ci illustri gli studi che dimostrano la convenienza della Azienda unica, proposta che a noi va benissimo, se si centra l’obiettivo di ridurre i costi della sanità e migliorare l’efficienza. È pacifico che in Sardegna la spesa dell’assistenza medica e ospedaliera sia totalmente fuori controllo e non più sostenibile, ma non si può ripetere l’esperienza dei commissari delle Asl che non hanno risposto alle attese sulla riduzione dei bilanci”.

Per Francesco Pigliaru non saranno settimane facili: sull’Asur il governatore ha messo quasi un voto di fiducia, spiegando alla maggioranza di non essere disposto a modifiche. Ma proprio nella seduta del 3 maggio, quando è stata approvata la seconda versione del ddl,  mancava l’assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, fondatore e leader del Pds. Insomma, è molto più di un segnale quello lanciato dal Partito dei sardi che “considera il mantenimento delle tre Asl anche come soluzione intermedia”, sottolinea Cherchi.

Il ddl della Giunta non avrà invece effetti sul Brotzu (accorpato a Microcitemico e Oncologico) e nemmeno sulle due aziende miste (Aou) di Cagliari e Sassari. A queste si aggiungerà l’Areus, la Asl unica del 118 che entrerà in funzione sempre dal 1° luglio.

E se il Dg dell’Asur verrà affiancato dal direttore sanitario e da quello amministrativo, come nello schema tradizionale delle Asl, le aree socio-sanitarie (articoli 4 e 54 del ddl) avranno un solo manager coadiuvato da un ufficio di staff. Sarà nominato dallo stesso Dg tra “i dirigenti in servizio nella pubblica amministrazione”, è scritto nelle norme transitorie. Per la definizione dei distretti, invece, si dovrà tener conto “delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della densità della popolazione residente”, si legge al comma 2 dell’articolo 6.

L’ultima novità contenuta nel testo normativo della Giunta è la Conferenza territoriale socio-sanitaria (articolo 7), “composta dai rappresentanti degli enti locali e da un rappresentante della Consulta locale di cittadinanza”. Avrà “funzioni di indirizzo e verifica periodica dell’attività, anche formulando proprie valutazioni e proposte”. Dovrà riunirsi almeno due volte l’anno.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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