Aiuti alle low cost, dopo un vertice segreto risale la tensione nel Pd

Spunta un presunto sgarbo istituzionale nella vicenda dei finanziamenti alle low cost: sui Trasporti c’è stato anche un vertice segreto.

È il caso Ryanair l’innesco di nuove tensioni all’interno del Pd. La vicenda è legata ai finanziamenti alle low cost, tema del comunicato stampa col quale martedì il segretario Renato Soru ha in qualche modo sconfessato l’azione della Giunta e in particolare la decisione dell’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, di non rinnovare i contributi a partire dal 2014. Questo per via della procedura d’infrazione aperta da Bruxelles un anno prima per gli 80 milioni di sussidi assegnati dalla Regione dal 2010 al 2013 (qui le ragioni dell’Ue).

Nel dettaglio, Soru ritiene che la presunta illegittimità delle sovvenzioni sia stata superata da una nuova direttiva della stessa Unione europea, datata 2014. Deiana, al contrario, sostiene che in margini di manovra siano ancora incerti e prima di prendere nuove iniziative in materia di finanziamenti pubblici l’assessore preferisce attendere il definitivo pronunciamento della Commissione europea sulla procedura d’infrazione.

La questione è stata affrontata venerdì sera in un vertice segreto, a tre, convocato in viale Trento da Francesco Pigliaru. Al tavolo, insieme al governatore, Deiana e Soru, i quali, pur nella distanza di vedute, hanno spiegato le rispettive posizioni. Il caso sembrava chiudersi lì. Ma cinque giorni dopo è arrivata la nota stampa del segretario-europarlamentare, e questo non è piaciuto alla Giunta.

Di qui le nuove tensioni nel Pd che giovedì hanno portato anche allo scontro a distanza tra Soru e Deiana. Infatti: al comunicato diffuso il giorno prima dall’eurodeputato, l’assessore ai Trasporti, pur senza citare mai il segretario Pd, ha risposto con una nota nella quale è stata ricostruita la vicenda legata della procedura di infrazione, compreso il rischio che Bruxelles imponga alle società di gestione degli aeroporti di restituire gli 80 milioni dati alle compagnie nel quadriennio 2010-2013 (qui il documento Ue).

La situazione non sembra migliorata in queste ore: con molta probabilità di trasporti si parlerà anche nella Direzione Pd convocata alle 15 a Oristano. Ufficialmente si discuterà di Finanziaria 2016 e di riforma della sanità, come risulta dall’ordine del giorno. Ma da più parti dicono che lo scontro sui contributi alle low cost non potrà essere messo da parte.

Come noto, lo stop alle sovvenzioni pubbliche è culminato due mesi fa con la plateale mossa di Ryanair di lasciare la Sardegna. Val la pena ricordare brevemente il caso: nel 2010, con la legge 10, il centrodestra al governo dell’Isola (Ugo Cappellacci presidente) aveva varato una norma che assegnava fondi alle società di gestione degli aeroporti. Obiettivo: incentivare la destagionalizzazione, trasferendo poi quelle risorse alle compagnie low cost che assicuravano collegamenti da Cagliari, Alghero e Olbia con le principali città europee.

Ma a gennaio 2013 Bruxelles ha sollevato i dubbi sulla regolarità dei contributi, chiedendo al Governo italiano di fare chiarezza sulla legge sarda. La faccenda è rimasta in sordina sino alla fine dello scorso novembre, quando Ryanair ha cominciato a far trapelare le prime voci su una smobilitazione da Alghero, a cui è seguita una riduzione dei voti anche da Cagliari. E questo perché la compagnia, per il secondo anno consecutivo, non ha ottenuto fondi pubblici.

E se da un punto di vista economico gli imprenditori, specie nel Nord-ovest, si sono mossi organizzando una colletta per Ryanair, sotto il profilo politico la tensione è massima. Questa nuova fibrillazione potrebbe tenere banco anche in quella che può essere considerata la pre-Direzione odierna: sempre a Oristano, dalle 13 Soru sta incontrando i parlamentari Dem, il capogruppo Pd in Consiglio e i presidenti delle Commissioni di via Roma. In discussione, “la necessità di una piena collaborazione istituzionale a supporto della politica regionale e per le prossime amministrative”, hanno scritto dal Partito democratico.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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