Ferrovie antiche e viaggi infiniti ma la Sardegna vuole i treni ad idrogeno

Se una persona in Sardegna non vuole prendere l’auto o il pullman, per spostarsi da una città all’altra fuori dalle linee metropolitane può scegliere il treno: ne avrà a disposizione uno lento e uno veloce ma non troppo. 

Sono due le fotografie del trasporto ferroviario nell’Isola e se la prima sembra sviluppata in pellicola negli anni del bianco e nero, la seconda non è di certo in alta definizione. I treni, da quando i mezzi di trasporto privato sono diventati più convenienti, hanno rappresentato per l’isola un handicap negli spostamenti interni: ancora oggi andare da Cagliari a Nuoro significa trascorrere in treno quattro ore che in auto diventano due. Si impiega meno tempo per andare dal capoluogo a Sassari nonostante la maggiore distanza: tre ore in treno, in auto due e quindici minuti.

In Sardegna sui treni viaggiano soltanto i passeggeri, il trasporto merci su ferro non c’è più. La Sardegna è l’unica regione italiana a non avere nemmeno un metro di binari elettrificati e la ferrovia per il 92 per cento del suo percorso si sviluppa su un binario semplice: significa che i treni vanno o vengono uno alla volta. Due punti di debolezza sottolineati anche da Pendolaria 2021 l’ultimo rapporto di Legambiente: “Uno dei motivi per cui gli spostamenti in treno sono minori al Sud dipende dal fatto che in questa parte del Paese troviamo meno treni in circolazione e più lenti, il maggior numero di linee a binario unico e non elettrificate”.

Nell’Isola circolano 119 treni, hanno un’età media di 19,3 anni e la percentuale di treni con età superiore a 15 anni è pari al 69,7 per cento: un dato tra i peggiori d’Italia. Destinato fortunatamene a scendere visto che “a gennaio sono stati consegnati alla Regione dieci nuovi treni forniti da Trenitalia nell’ambito del Contratto di servizio 2017-2025. Consentiranno di abbassare sensibilmente l’età media dei veicoli”.

Numero e età dei treni per Regione. Fonte: Pendolaria 2021. Clicca per leggere.

L’unico tragitto a doppio binario è quello che da Cagliari va a San Gavino Monreale nel Sud Sardegna. Ci troviamo lungo la rete della Rfi (rete ferroviaria italiana) società che gestisce i percorsi delle Ferrovie dello Stato (Fsi), quelli più estesi: arrivano a Cagliari, Iglesias e Carbonia, Oristano, Porto Torres e Golfo Aranci passando per Olbia e Sassari. 

Negli ultimi sei anni lungo questa dorsale sono comparsi treni nuovissimi ma è come se avessero il freno a mano tirato. Si tratta degli Atr: i cosiddetti ‘pendolini’ prodotti dalla compagnia spagnola Caf e acquistati dalla Regione sono entrati in servizio nel 2015 sulla rete gestita dalle ferrovie dello Stato ma a velocità ridotte rispetto alle potenzialità per colpa dell’infrastruttura datata. Un po’ come far correre un’auto da Formula 1 su uno sterrato. 

“Rfi sta progettando e spendendo molto per il miglioramento della rete – spiega Claudia Camedda segretaria regionale Fit Cisl con delega al Trasporto ferroviario – attualmente sono in corso i collaudi dei nuovi treni per arrivare al cosiddetto Rango P (una categoria di velocità, nda): tra Oristano e Chilivani sono stati eseguiti, nella tratta che va da Chilivani a Porto Torres si è in attesa delle autorizzazioni mentre il prossimo anno si lavorerà sul tratto Chilivani – Olbia”. I lavori riguardano la revisione dei binari, ad esempio nei tratti in curva, e la messa a punto di alcuni strumenti tecnologici che permettano ai nuovi treni di poter viaggiare in sicurezza a velocità superiori e quindi accorciare i tempi.

Rispetto al passato le cose sono migliorate. Lo abbiamo sperimentato sulla tratta Cagliari – Olbia. Siamo partiti alle 8.35 dalla stazione di piazza Matteotti arrivando a destinazione dopo tre ore e mezzo. Un viaggio comodo e senza il tradizionale “A Chilivani si cambia” perchè il treno partito dal capoluogo ha proseguito verso la Gallura mentre nella stazione della frazione di Ozieri è spettato ai passeggeri diretti a Sassari il cambio del treno: hanno proseguito il loro viaggio a bordo di un vecchio convoglio. Inutili però i paragoni con chi ha la possibilità di andare da Napoli a Roma (189 chilometri circa) in un’ora e un quarto. “In generale – prosegue Camedda – in Sardegna il problema rimane il tracciato e se non vengono realizzate alcune varianti necessarie la situazione difficilmente cambierà”.

Stazione di Cagliari: il treno per Olbia

Cambia, e di molto, il discorso che riguarda le ferrovie gestite dall’Arst e quindi di competenza diretta della Regione. Alla base c’è una questione di centimetri, quelli che separano le rotaie dei binari. I treni della rete ferroviaria Rfi viaggiano su una ferrovia a ‘scartamento ordinario’ mentre quelli regionali vanno su ‘scartamento ridotto’. Una differenza di circa 40 centimetri che però conta parecchio in termini di velocità e sistemi di controllo tenendo conto inoltre che molti treni in circolazione sono ormai datati: “La Regione in questo caso deve assolutamente spendere – chiosa Camedda – siamo molto indietro”.  

La mappa delle ferrovie.

Tre le linee: la Cagliari – Isili, la Alghero – Sassari – Sorso e la Nuoro – Macomer. Tutte si congiungono con la rete ferroviaria principale che connette i capoluoghi di Provincia e tutte costringono i passeggeri a passare da un treno all’altro. Ad esempio per andare da Nuoro a Cagliari bisogna arrivare prima alla stazione di Macomer, scendere dal treno e risalire su un altro convoglio per arrivare a destinazione. Tempo medio quattro ore. Lo stesso che si impiega per arrivare a Olbia.

“Il primo treno per Macomer impiega un’ora e un quarto e parte alle 8 e 11. Va a quaranta chilometri orari”. A parlare è Claudio Solinas, presidente del ‘comitato Trenitalia nuorese’ che preme per collegare il capoluogo barbaricino alla Gallura con lo scartamento ordinario: “Nel 2017 lanciammo una petizione popolare che raccolse 10mila firme in 45 giorni. Da allora è iniziata una battaglia a livello politico e ora ventitre Comuni, la Camera di commercio nuorese e Confindustria chiedono la trasformazione della Nuoro-Macomer nella Nuoro- Olbia. La Regione ha presentato la richiesta al ministero dei Trasporti per ottenere finanziamenti con il Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza). Il costo dell’opera è di 114 milioni di euro, senza Nuoro rimarrebbe l’unico capoluogo di provincia italiano ad avere lo scartamento ridotto”.

Stazione di Chilivani (Ozieri): il treno che porta a Sassari.

In questo quadro la Regione nel recente passato, era il 2017 e alla guida c’era il centrosinistra, accarezzò l’idea fantascientifica di far arrivare i sardi da Cagliari a Bastia in quaranta minuti grazie all’Hyperloop pensato da Elon Musk. Ovviamente non se ne fece nulla. Un mese fa invece il presidente Christian Solinas e l’assessore Giorgio Todde hanno annunciato di aver ricevuto il via libera proprio dal Pnrr al finanziamento di 140 milioni per realizzare un nuovo collegamento ferroviario da 6,7 chilometri tra Alghero centro e l’aeroporto della stessa cittadina catalana in cui far viaggiare treni alimentati a idrogeno. “Un intervento innovativo che premia la Sardegna come regione pilota della transizione energetica verso l’idrogeno”. Questione di priorità. (4. Fine – In basso le puntate precedenti dell’inchiesta sui trasporti in Sardegna).

Andrea Deidda / andrea.deidda@sardiniapost.it

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