Autobus vecchi e stracarichi, così viaggiano i pendolari sardi

Corse soppresse senza preavviso, autobus strapieni e pullman vecchi che si fermano. È quello che devono sopportare  da quando è iniziato l’anno scolastico, gli studenti del Medio Campidano e del centro Sardegna alle prese con un sistema di trasporto extraurbano che funziona a fasi alterne. 

L’ultimo grido d’allarme è arrivato proprio ieri dal Coordinamento regionale dei presidenti di Consiglio d’Istituto. Dal 14 settembre quotidianamente ricevono lamentele e denunce da parte di genitori e ragazzi: “Non riescono ad accedere ai mezzi, le corse vengono soppresse senza preavviso, negli automezzi in servizio i passeggeri sono costretti a viaggiare in piedi. Dopo oltre un mese dall’inizio della scuola non si può continuare a parlare di ‘studio e rodaggio’. Gli enti pubblici e le società di trasporto pubblico locale conoscono perfettamente il numero della clientela che fruisce del servizio e le fasce orarie in cui offrire le prestazioni. La problematica, quotidianamente e inesorabilmente,  sta diventando un’emergenza anche sotto il profilo dell’ordine pubblico”. 

Sono queste le parole contenute in una lettera indirizzata all’Arst, che gestisce i collegamenti tra le città, all’assessore regionale dei Trasporti Giorgio Todde e a tutti i prefetti dell’Isola. La situazione per gli studenti sta diventando critica soprattutto nella Barbagia di Seulo e nel Medio Campidano dove i giovani spesso sono costretti a viaggiare attaccati gli uni agli altri in un periodo in cui la Sardegna sta iniziando a uscire dalla pandemia del Covid-19. I problemi maggiori vengono denunciati dagli studenti delle scuole superiori che abitano tra Gonnosfanadiga, Sanluri, Sardara, Villanovaforru, Furtei, Villamar, Guspini, Villacidro e San Gavino Monreale. In quest’ultimo paese gli studenti dell’istituto Marconi-Lussu due settimane fa sono scesi in piazza numerosi, al loro fianco anche alcuni sindaci della zona, per protestare contro una situazione che si ripete puntualmente a settembre. Giovani stanchi di dover fare i salti mortali semplicemente per arrivare a scuola e vedersi garantito un diritto alla mobilità che invece rimane sulla carta. 

Le difficoltà sanno di beffa nel leggere una nota dei Progressisti in Consiglio regionale dove si citano risorse stanziate dalla Giunta regionale per quasi sei milioni di euro, con un incremento di circa due milioni per il trasporto pubblico scolastico: “Le segnalazioni, che arrivano da ovunque ma soprattutto dai territori interni e dalle zone lontane dalle aree metropolitane – sottolinea Laura Caddeo, prima firmataria di un’interrogazione – raccontano di viaggi in cui nelle situazioni più gravi tanti studenti, pur essendo  abbonati al servizio di trasporto pubblico, non riescano ad accedere ai mezzi per andare a scuola o rientrare a casa, con grandi disagi per loro e per le loro famiglie”.

Parole che trovano riscontro nella testimonianza di Valeria Bandinu. Due giorni alla settimana è costretta a spostarsi da Furtei, dove abita, per andare a prendere le figlie che frequentano le scuole superiori a Villamar: “Le ragazze sono obbligate a prendere un autobus dell’Arst dopo che passa dopo un’ora dalla fine delle lezioni ma il martedì e il venerdì non passa proprio. Non si capisce il motivo”.

La protesta degli studenti a San Gavino il 9 ottobre. Video: Instagram

C’è di peggio, capita che i pullman (nonostante il numero di quelli più vecchi, classi da Euro quattro a zero, sia al di sotto della media nazionale) si fermino e lascino a piedi intere classi. È successo il 29 settembre a studentesse e studenti di Villanovaforru sulla strada tra San Gavino e Sardara. Anche in questo caso sono stati portati a casa dai genitori. Un fatto (nella foto di copertina) subito denunciato dal sindaco Maurizio Onnis con un post su Facebook: “È il terzo autobus guasto in due giorni: mezzi vecchi, usurati. In più, senza dire niente a nessuno”. Oggi il primo cittadino parla di caso risolto, in parte: “Quella segnalazione è servita perché l’autobus ha ripreso a circolare regolarmente. Tuttavia noi accusiamo gli stessi disagi degli altri paesi. Purtroppo capita che l’Arst quando ha pochi pullman a disposizione debba privilegiare le corse che hanno più passeggeri lasciandone però altre sguarnite”.  

I disagi arrivano anche dal centro Sardegna, dalla Barbagia, dove i tornanti lungo la strada rendono gli spostamenti più lenti. Virginia Locci abita a Seulo, paese di circa ottocento abitanti, e ogni mattina accompagna la sorella diciassettenne fino a Villanovatulo che dista quindici chilometri. Qui la studentessa assieme ad altri suoi coetani che arrivano da Sadali, Seui e Esterzili, attende l’autobus che li porterà al liceo linguistico di Isili (altri venti chilometri). “Di solito il servizio è garantito da due pullman – spiega – ma la settimana scorsa ne passava soltanto uno. Mia sorella non è stata fatta salire sull’autobus perché era stata superata la capienza consentita, quindi sono dovuta andare a prenderla per accompagnarla a scuola con un’ora di ritardo. Non è la prima volta che succede e i ragazzi sono davvero stufi di dover viaggiare in piedi o seduti per terra”.

Di contro l’Arst sta cercando di rimediare. Assieme ad altre società ha appena sottoscritto dei contratti per la fornitura di nuovi autobus. Per i servizi extraurbani dovrebbero arrivare 34 mezzi. (3. Continua)

Andrea Deidda

andrea.deidda@sardiniapost.it

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