Visite a Buoncammino, ecco perché Zuncheddu è innocente

L’immobiliarista Sergio Zuncheddu, editore de L’Unione sarda e di Videolina, uno degli uomini più potenti della Sardegna, è indagato per ‘falso’ dalla procura della Repubblica di Cagliari. La notizia, riportata dal sito ‘Tiscali news’, appare la conseguenza – un ‘atto dovuto’ – della segnalazione inviata nei giorni scorsi dalla direzione del carcere cagliaritano di Buoncammino alla procura della Repubblica.

E’ succeso che Zuncheddu, in compagnia del parlamentare del Pdl Mauro Pili, alcuni giorni fa si è presentato alla ‘portineria’ del carcere. E, per poter visitare Cellino, ha dichiarato di essere un ‘assistente’ o un ‘collaboratore’ (non si conosce esattamente la formula utilizzata, ma la sostanza è la stessa) di Mauro Pili. Se non avesse avuto quel ruolo non avrebbe avuto alcun titolo per entrare in carcere e incontrare un detenuto.

Come abbiamo chiarito nei giorni scorsi, le norme in materia sono tassative. E sono il frutto di una lunga elaborazione. Negli anni passati, infatti, col pretesto di un rapporto di ‘collaborazione’ con parlamentari, sono entrate nelle carceri italiane decine di persone, soprattutto giornalisti, che non erano affatto ‘assistenti’ o ‘collaboratori’. A questa prassi si è posta fine stabilendo che ‘collaboratore’ (o ‘assistente’) è chi ha effettivamente un rapporto di lavoro continuativo col parlamentare. Il suo segretario, per esempio.

A quanto pare Gigi Riva – che ugualmente è entrato a Buoncammino al seguito di Mauro Pili – non è indagato perché quando ha firmato il registro non si è dichiarato falsamente ‘collaboratore’, ma ha scritto qualcosa di diverso e soprattutto di vero. Per il caso dell’ingresso a Buoncammino di ‘Rombo di tuono’ risponderanno con tutta probabilità i funzionari del carcere che gli hanno aperto le porte.
Ma non c’è dubbio che anche Sergio Zuncheddu fosse in buona fede. Che cioè credesse di poter entrare in carcere senza problemi. Solo un pazzo, e Zuncheddu non lo è, si metterebbe nelle condizioni di firmare una dichiarazione evidentemente falsa e, con essa, una molto probabile condanna. Naturalmente non sappiamo cosa sia accaduto quel giorno, ma siamo portati a pensare che Mauro Pili l’abbia ‘fatta facile’. Che cioè abbia detto ai suoi accompagnatori che quella dichiarazione era una semplice formalità.

Un comportamento molto poco responsabile. Perché se Zuncheddu e Gigi Riva non avevano alcun obbligo di conoscere le regole dell’accesso in un carcere, Mauro Pili, parlamentare della Repubblica, non solo doveva conoscerle ma avrebbe dovuto comunicare con chiarezza ai suoi accompagnatori i rischi che correvano. E magari avrebbe anche dovuto considerare il rischio al quale esponeva il personale carcerario. Che presumibilmente, sentendosi in qualche modo ‘garantito’ dalla presenza di un deputato e di un mito dello sport, ha consentito a Gigi Riva (che non era formalmente nemmeno un falso ‘accompagnatore’) di entrare. Mettendosi nei guai.
Insomma, l’operazione propagandistica di Mauro Pili – che è capolista alla Camera per il Pdl – ha prodotto un bel po’ di danni. E c’è da augurarsi che i diritti interessati gliene chiedano conto, quanto meno sul piano morale, visto che dal punto di vista penale la partita è uscita dalla disponibilità del disinvolto parlamentare.

Zuncheddu tuttavia ha un potente argomento a sua difesa. Potrebbe portare alla procura della Repubblica la raccolta del giornale di cui è proprietario, e anche dei telegiornali di Videolina, ed evidenziare bene lo spazio dato a qualunque iniziativa assunta da Mauro Pili e in generale dal Pdl in Sardegna. Poi potrebbe facilmente dimostrare che una enorme quantità di altre notizie, dannose per Pili o per il Pdl, non sono state pubblicate mai. O sono state date in modo quasi invisibile quando proprio non se ne poteva fare a meno. E quindi fornire la prova di non aver dichiarato il falso quando si è autodefinito ‘assistente’ o ‘collaboratore’. Infatti lo è eccome. Forse il principale.

G.M.B.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share