Regionali, comincia la “guerra dei sondaggi”. Un unico dato certo: basta con Solinas

di Guido Paglia

Per le elezioni Regionali in Sardegna, continuano i tatticismi. Nel centrodestra e nel centrosinistra. E così, in attesa che si diradino le nebbie che continuano ad avvolgere quelli che saranno alla fine i due o tre candidati presidenti, entrano in scena sondaggi e sondaggisti. Il M5s ha arruolato Piepoli (buona fortuna) per cercare di dimostrare la solidità delle aspirazioni dell’ex-viceministro Alessandra Todde. “Vasto programma”, verrebbe da dire mutuando la memorabile risposta del generale De Gaulle a chi gli consigliava di eliminare tutti i cretini. Perché proprio non si riesce a capire il motivo per cui il Pd, cioè il partito che è tutt’ora al primo posto nelle preferenze dei sardi, dovrebbe cedere la leadership a vantaggio dei grillini-contiani. Oltretutto, irrimediabilmente invisi dal proprio elettorato.

Piepoli, d’altra parte, ha rivolto le domande agli intervistati in modo confuso, in modo tale da far emergere il presunto “gradimento” della Todde, all’interno dell’ ipotetico “campo largo” del centrosinistra, in maniera del tutto inattendibile. Ma tant’è. Contemporaneamente, circola con insistenza l’indiscrezione di un ben più dettagliato sondaggio curato da Ixe’. Peccato che se ne sappia ancora poco o nulla, chissà mai perché.

Su un punto i due studi (mille intervistati a testa) sembrano comunque concordi. Ma non era neppure difficile prevederlo: quello della bocciatura senza appello per le SS; la S di Solinas e quella di Soru. La fiducia nei confronti del governatore uscente e del suo predecessore, infatti, risulta essere la più bassa rispetto a tutti gli altri possibili candidati a Villa Devoto. Più che una sentenza, una lapide.

Un altro punto di convergenza, poi,  pare essere quello dell’individuazione della candidatura del sindaco di Quartu, Graziano Milia, come l’unica in grado di contrastare l’ancora misterioso avversario del centrodestra. Soprattutto se il centrosinistra punterà più verso il centro che verso sinistra. Con buona pace del livoroso Soru, che si è autocandidato per primo proprio per cercare di stoppare le eventuali ambizioni di Milia. Il quale, almeno per il momento, evita qualsiasi prematura discesa in campo (ma se i futuri sondaggi dovessero effettivamente confermare la tendenza favorevole dell’elettorato, alla fine dovrà decidersi).

E veniamo al centrodestra. Pare che la scorsa settimana Giorgia Meloni abbia chiesto (e ottenuto dagli alleati) il diritto ad indicare il possibile successore di Solinas, destinato all’esilio (si fa per dire) sulla poltrona di presidente dell’Autorita portuale. La premier vedrebbe di buon occhio la candidatura del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ma prima di decidere ha in animo di chiedere a sua volta (alla Ghisleri) un sondaggio sulle intenzioni di voto e sul gradimento dei possibili competitor. Perché, se per caso il centrosinistra dovesse davvero puntare alla conquista dell’elettorato di centro con Milia, allora potrebbe risultare più forte la scelta del Dg di Coldiretti, Luca Saba. Che, sempre secondo le indiscrezioni relative al sondaggio di Ixe’, risulterebbe più gradito allo schieramento moderato. L’importante, a questo punto, è che la politica sarda su dia una mossa, perché alla fine di febbraio mancano ormai poco più di quattro mesi.

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