di Guido Paglia
Lunedì, forse, ne sapremo di più. A Roma, è previsto il vertice del M5s per lanciare ufficialmente (e poi difendere a tutti i costi) la candidatura di Alessandra Todde come presidente della Regione per il centrosinistra. In serata, a Cagliari, è fissata invece la presentazione del libro del sindaco di Quartu, Graziano Milia, che potrebbe essere alla fine il prescelto dal Pd per sfidare il centrodestra e tentare di riconquistare Villa Devoto.
Difficile un botta e risposta ufficiale e definitivo, ma certo determinati orientamenti finiranno per emergere. Perché se davvero Giuseppe Conte, la Todde e i consiglieri regionali proveranno a mettere il Pd con le spalle al muro, la campana del progetto del cosiddetto “campo largo”, suonerà a morto. Con tutte le conseguenze del caso. E il Pd non potrà far finta di niente.
Certo, a sinistra, le candidature (e le auto candidature) non mancano. Ma a parte il patetico agitarsi dell’ex-governatore Renato Soru, non ne è emersa nessuna in grado di poter impensierire il centrodestra. Tranne, appunto, quella di Milia.
Anche nel centrodestra, però, non è che stiano molto meglio. Christian Solinas è stato bocciato senza appello dalla premier Meloni e da FdI, ormai saldamente partito di maggioranza relativa, ma senza che si riesca ancora a capire con chi sia vantaggioso sostituirlo. E difatti mentre l’attuale inquilino di Villa Devoto briga per andarsi a nascondere all’Autorità Portuale, la caccia al candidato vincente è sempre avvolta da una fitta nebbia.
Sullo sfondo, per esempio, c’è la corsa alla guida della Regione Piemonte (che però voterà dopo l’Isola). E secondo qualche osservatore, se FI dovrà rinunciare a ricandidare Alberto Cirio a vantaggio di un candidato di FdI, allora potrebbe chiedere il “risarcimento” in Sardegna. Ma tutte e due le “case madri” smentiscono e attribuiscono queste ipotesi a chi sta sgomitando senza alcuna autorizzazione. Sarà.
Quindi, al momento, resterebbero in ballo le possibili candidature del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu e quella del Dg di Coldiretti, Luca Saba. Con quest’ultimo molto incerto se scendere in campo fino a quando non otterrà la garanzia di una rassicurante aspettativa dall’organizzazione degli imprenditori agricoli. E prima o poi, anche il centrodestra dovrà uscire allo scoperto. A prescindere o meno dalle bizze di alleati regionali che restano comunque determinanti per vincere contro i candidati che metterà in campo la sinistra.