Sindacopoli sarda, 60 indagati

Una rete del presunto malaffare con oltre 60 indagati. È questa la prima certezza della sindacaspoli sarda. Sotto la lente, 44 appalti.

Una rete del presunto malaffare con oltre 60 indagati. È questa la prima certezza della sindacapoli sarda che oggi ha fatto scattare 10 custodie cautelari in carcere, 11 arresti domiciliari e tre obblighi di dimora. Tra loro cinque primi cittadini. Ma, appunto, tantissimi sono gli avvisi di garanzia spediti (ancora riservata, però, la gran parte dei destinatari). Il tutto con un capo. “Il capo del sodalizio criminale“, lo chiama la Procura di Oristano. Si tratta di Salvatore Paolo Pinna, 62 anni, ingegnere, nato a Desulo ma residente a Nuoro, dove ha sede legale la sua srl Essepi Engeneering, un colosso del settore che “dal 2009 al 2014 ha fatturato 124 milioni di lavori pubblici, pari ad almeno 10 milioni di parcelle”, dice il pm Armando Mammone.

Dunque in Sardegna c’è una cupola degli appalti per la progettazione, con “sistematica e scientifica elusione delle regole”. Tanto che l’operazione della Procura oristanese è stata chiama “La squadra“, proprio a indicare l’associazione per delinquere”, dice il procuratore capo di Oristano, Andrea Padalino Morichini. I Comuni interessati sono sette nel Nuorese. Ovvero, Aritzo, Gadoni, Belvì, Ortueri, Teti, Ollolai, Tonara. Più Calasetta e San Giovanni Suergiu nel Sulcis e ancora Villasalto in Provincia di Cagliari. Fuori elenco finiscono dunque Cagliari e Quartu, come sembrava inizialmente. Ma entra il “Gal Barbagia, Madrolisai, Gennargentu e Supramonte”, con sede a Sorgono, è stato individuato come “stazione appaltante”. Nella lista nera figura pure il Consorzio di bonifica del Cixerri (Iglesias). L’indagine è partita a novembre 2013, dopo un esposto anonimo relativo a un appalto a Desulo, vinto dalla Essepi Engeneering del desulese Pinna, arrestato oggi.

Non solo: il sistema della turbativa d’asta – reato contestato insieme alla associazione per delinquere e alla corruzione – risulta addirittura “border line con l’associazione di stampo mafioso“. Così è scritto nell’ordinanza di 250 pagine che ha messo insieme le intercettazioni telefoniche e i verbali dei pedinamenti sui 150 incontri avvenuti tra i componenti de “La squadra”. Sotto la lente, “44 gare d’appalto per un valore di 850mila euro“, solo come stima minima, cioè “recuperata consultando giusto i documenti online dei Comuni”, dice il colonnello Sergio Schena che a Oristano guida il comando provinciale delle Fiamme gialle. Il valore degli “incarichi professionali ammonta invece a 350mila euro“, e si tratta sempre di un primissimo conteggio.

Certo è 44 appalti diviso 850mila euro, fanno una media poco superiore ai 19mila euro. E c’è una gara: sotto i 40mila, le gare sono cosiddette sotto soglia, ovvero si possono fare gli affidamenti diretti, quindi senza verifica alcuna. Quella stessa che, invece, dalla Procura reclamano. Con una sottolineatura: “Cancellato il Co.re.co. (Comitato region di controllo), la sorveglianza sulla regolarità delle procedure non esiste più”.

I 60 indagati rappresenterebbe solo il primo filone dell’indagine. La sensazione è che in Procura abbiamo molto altro materiale ancora la vaglio degli inquirenti. E fascicoli sul tavolo ne ha pure il capitano Andrea Di Nocera che a Tonara comanda la stazione dei carabinieri.

Padalino Morichini parla di “prove schiaccianti a carico degli indagati, non ho alcun timore a dire che considero scontati i rinvii a giudizio”. Non solo: dalla Procura lanciano l’allarme: “Chissà in quante altre realtà è diffuso un simile sistema di corruzione tenuto insieme dal un solo obiettivo”, cioè “la facile ricerca dell’arricchimento a danno delle casse pubbliche”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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