Sciola, il ricordo a un anno dalla morte. La figlia: “Ci hanno lasciato soli”

“Non abbiamo ancora avuto il tempo di piangere e metabolizzare la morte di nostro padre e, in questa giornata, finalmente, lo faremo. Ecco perché invitiamo tutti al rispetto e al silenzio. Non sarà una festa, ma una giornata che trascorreremo insieme agli amici cari, nel suo ricordo”. A un anno di distanza da quel 13 maggio del 2016, giorno in cui Pinuccio Sciola, l’artista che faceva cantare le pietre si è spento al Brotzu di Cagliari per un male incurabile, Maria, “la piccola di casa” come la chiamava Pinuccio, mostra per la prima volta i segni della stanchezza. In questi lunghi mesi, piegata dalla nostalgia e dal dolore per la morte di quel padre che ha sedotto il mondo dell’arte plasmando rocce di basalto e granito, ha combattuto il dolore continuando a lavorare nel solco tracciato dallo scultore di San Sperate.

“Ci ha lasciato un’eredità immensa, eredità che non è solo nostra, ma di un’intera comunità. Purtroppo, finito il clamore dovuto alla sua scomparsa improvvisa, assistiamo a un ennesimo sogno che naufraga – scandisce triste, la voce sporca di rabbia -. Dalle istituzioni e dalla politica in questo lungo anno abbiamo ricevuto solo silenzi. E’ una storia che si ripete e che conosco bene, anche quando era in vita è stato così. Passavamo pomeriggi interi cercando al telefono gli amministratori di turno per provare a raccontare loro un progetto, dare vita a una visione. Lui e Maria Lai ci scherzavano sopra e si prendevano in giro: ‘solo quando saremo morti diventeremo famosi’ dicevano ridendo. Ma lui era una forza della natura e non si perdeva d’animo. Anche noi quella forza ce la sentiamo scorrere addosso, ma da soli non possiamo farcela”.

L’eredità di Pinuccio costa. Per questo dopo i fiumi di parole occorre passare ai fatti. “La situazione della casa dove viveva, per esempio, è disastrosa: necessita di una ristrutturazione immediata pena la perdita di materiali importantissimi, così come la manutenzione del Giardino Sonoro e l’operatività delle tante realtà che ruotano attorno al suo nome. Ci sono in giro molte delle sue opere che, seppure commissionate e messe in loco, non sono mai state pagate, e mi chiedo dove abbiano sotterrato il progetto della “Strada dell’arte”, la spina dorsale dell’Isola disseminata di sculture come un museo a cielo aperto che doveva nascere sulla SS131 per salutare gli automobilisti in viaggio. Tutto questo silenzio mi fa particolarmente male. Ho fissato nella memoria il volto dei politici in prima fila il giorno del suo funerale: ‘non vi lasceremo soli’ ci avevano detto abbracciandoci. Da allora, neppure una telefonata”.

Eppure, di cambiamenti, di piccoli passi che avrebbero illuminato il sorriso di Pinuccio, ce ne sono stati. La creazione della Fondazione Sciola, per esempio, è divenuta finalmente realtà, presieduta dal figlio Tomaso e costituita da un gruppo forte e motivato che si riunisce, organizza, riordina l’enorme mole di progetti e materiali. Così come la creazione del sito on line che porta il suo nome, con la pubblicazione di tutto il catalogo e le attività del Giardino Sonoro che giorno dopo giorno continuano a offrire quel suo mondo di fiaba, con le scolaresche che lo visitano in gita e i turisti che lo esplorano poco dopo esser sbarcati dalle navi. “Sì, la Fondazione è stata finalmente costituita, ci stiamo lavorando con grandissima passione ma abbiamo bisogno di supporto, di aiuti concreti e finanziamenti perché possa davvero operare. Soprattutto, abbiamo bisogno di sentire che il suo lavoro venga maggiormente apprezzato e valorizzato nella terra in cui lui aveva scelto di vivere. Ci chiamano da tutta Europa, il 13 giugno saremo in Polonia, a Poznań, per l’apertura dell’Enter Enea Music Festival, dove ripeteremo quell’esperienza meravigliosa del concerto intitolato “The Heart of Stone” una partitura per pietre e pianoforte andata in scena a Cala Gonone Jazz nel 2015 con i pianisti Gloria Campaner a Leszek Możdżer totalmente conquistati dall’arte di mio padre. Ma attraversare l’Europa non ci basta, è in Sardegna che il suo lavoro deve essere riconosciuto appieno. Era il suo sogno e vogliamo realizzarlo. Siamo pronti a tutto, anche a costituire un Comitato di grandi amici, e lanciare una raccolta firme per chiedere alla politica che i suoi progetti e la sua produzione trovino casa nella sua terra”.

Donatella Percivale

(A un anno dalla scomparsa, Sky Arte HD trasmette oggi, sabato 13 maggio, alle ore 12:50, il documentario“The Heart of Stone” realizzato nel Giardino Sonoro di San Sperate con i musicisti Gloria Campaner e Leszek Możdżer e co-prodotto da Giuseppe Giordano e Giancarlo Marcialis dell’Associazione Culturale L’Intermezzo di Nuoro.  Alle ore 18.30, nella chiesa di San Giovanni, a San Sperate, si terrà la messa che la famiglia vuole celebrare nel rispetto e nel silenzio. Dopo il saluto in chiesa, attorno alle 20, è previsto un incontro al Giardino Sonoro. Una serata intima e discreta, da trascorrere con la famiglia e gli amici più cari, tra le pietre illuminate dalle luci di Gianni Melis e le note di Giovanni Floreani).  

 

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