L’ultimo saluto a Sciola e al sogno di fare dell’Isola un’opera d’arte

Si attendono migliaia di persone a San Sperate per l’ultimo saluto a Pinuccio Sciola. La cerimonia funebre si svolgerà alle 15,30 nella piazza San Giovanni. Per tutta la giornata di ieri centinaia di compaesani e di amici giunti da ogni parte della Sardegna hanno fatto la fila nella chiesetta gotica di Santa Lucia dove è stata allestita la camera ardente.

Le vie sono pavesate di lenzuola bianche.  Il paese che Sciola ha trasformato in un museo permanente, torna a essere una tela ancora da dipingere. Saluta il maestro mostrandosi come sarebbe stato senza di lui.

La vita di Pinuccio Sciola si è conclusa all’improvviso, in una fase straordinaria di creatività. Ha lavorato fino agli ultimi giorni alle sue opere e ai suoi progetti. Col rimpianto di non aver avuto adeguato ascolto per quella idea straordinaria: trasformare l’intera Isola in un museo a cielo aperto.

Ieri, sul Corriere della Sera, Arturo Carlo Quintavalle l’ha ricordato raccontando una delle serate nel “giardino sonoro”, quando l’artista animava le sue sculture illuminandole col fuoco: “Davanti a quei fuochi Sciola raccontava il suo sogno: chiamare, lui che li conosceva tutti, i maggiori scultori del mondo a realizzare una strada intera di sculture, da nord a sud della Sardegna, un grandioso archivio all’aperto dell’arte del nostro tempo”.

La Sardegna è la più grande opera incompiuta di Pinuccio Sciola. Oggi lo saluterà col dolore, il rimpianto e il senso di colpa con cui si saluta un padre generoso a cui non sempre si è prestata la dovuta attenzione, pensando che fosse eterno.

 

 

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