Appalti Alcoa, agonia senza fine

I progetti per far uscire il Sulcis dalla crisi non mancano, come hanno dimostrato le proposte inviate per il concorso di idee. Alcune elaborati dagli stessi operai, per esempio quella di realizzare una sorta di Gardaland. Ma, contemporaneamente, i lavoratori continuano ad affrontare situazioni drammatiche: non tutti hanno i mezzi di sussistenza per sé stessi e per le loro famiglie. E’ il caso dei dipendenti delle aziende d’appalto dell’Alcoa.

Infatti, nonostante sia stato firmato un “accordo quadro” al ministero del Lavoro – un accordo che dovrebbe tutelare tutti i lavoratori degli appalti coinvolti nella fermata della fabbrica di alluminio – ancora oggi ci sono operai che non ricevono da mesi l’assegno sociale che, se pur minimo, è l’unica fonte di sostentamento per la maggior parte di loro. E i tempi per affrontare e risolvere il problema sono lenti, non tengono conto della drammaticità della situazione: l’incontro nel quale i sindacati e l’assessore al Lavoro Mariano Contu dovranno affrontare il problema è stato fissato per  l’8 maggio. All’ordine del giorno, appunto la   questione della cassa integrazione per gli operai delle imprese d’appalto dell’Alcoa.

Rino Barca, segretario della FsmCisl del Sulcis, è scandalizzato: “Avremmo voluto un incontro urgente perché ogni giorno che passa è un supplizio in più per queste famiglie. Ci auguriamo che almeno per quella data siano presenti al tavolo tutti i soggetti interessati per mettere fine a questa agonia”.

La protesta dei lavoratori degli appalti nei mesi scorsi è stata durissima. Lo scorso 7 gennaio,  l’occupazione del pozzo della miniera di Serbariu, segnata da momenti drammatici.  Uno degli operai, esasperato, salì sul traliccio del pozzo minerario minacciando di gettarsi nel vuoto. Lo fermarono i colleghi e i vigili del fuoco di Carbonia.

L’occupazione della miniera si concluse lo scorso 16 febbraio dopo la firma dell’accordo quadro sulla cassa integrazione. Da allora sono passati più di due mesi.

Intanto è nuovamente calato il silenzio sulla trattativa tra Alcoa e Klesch per la cessione dello stabilimento. Un incontro che, indiscrezioni davano per certo, si sarebbe dovuto svolgere entro il mese è ancora slittato e non se ne conoscono i motivi. Per questo, tra le centinaia di dipendenti della fabbrica di alluminio, crescono le preoccupazioni per un futuro sempre più incerto.

 

Carlo Martinelli

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