I tre moschettieri (Pili, Castiello, Di Caterina) e il D’Artagnan (Grimaldi)

Egregio signor Pili, lei certamente ricorderà il romanzo ‘I tre moschettieri’ di Alessandro Dumas. Ecco, dopo aver preso buona nota della sua ultima sceneggiata contro Tirrenia e il Gruppo Onorato, ci sono tornate in mente quelle mirabolanti avventure per cercare di spiegare ai sardi privi di pregiudizi cosa si celi davvero dietro la sua frenetica attività degli ultimi mesi.

Procediamo con ordine. Partendo dai tre moschettieri di Forza Italia/PdL che sedevano l’uno accanto all’altro accanto nell’aula di Montecitorio e facevano comunella: lei, la simpatica Giuseppina Castiello (attuale sottosegretaria al Ministero per il Sud, eletta nell’invidiabile collegio di Casal di Principe) e l’altrettanto simpatico Marcello Di Caterina (attuale direttore generale dell’ALIS).

Cos’è l’ALIS? L’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, di cui è casualmente (ma solo casualmente, eh?) presidente Guido Grimaldi, cioè quell’armatore al centro di una dura polemica con Vincenzo Onorato per l’utilizzo a bordo delle sue navi di personale extracomunitario sottopagato, nel completo disinteresse delle decine di migliaia di marittimi italiani disoccupati.

È lui il “cadetto di Guascogna”, il D’Artagnan che guida i “tre moschettieri”. Ed è sempre lui che, dopo aver organizzato con Di Caterina l’assemblea dell’ALIS a Sorrento il 22 giugno scorso, alla presenza della sua simpatica amica Castiello (beccandosi la contestazione di ‘Marittimi per il futuro’), ha poco per volta trasformato la mission dell’associazione. Che, ufficialmente, dovrebbe occuparsi di continuità territoriale, autostrade del mare e tutela dell’ambiente attraverso i trasporti intermodali. Nei fatti, invece, ha soppiantato FAI service, l’associazione degli autotrasportatori che era diretta emanazione delle aziende di autotrasporto e attraverso la gestione di tutte le convenzioni per il settore era diventata una sorta di banca di servizio per il trasporto (oltre che un centro di potere politico).

ALIS è differente. Offre all’autotrasporto gli stessi servizi di FAI, ma lo fa sotto il controllo monocratico di un armatore come Grimaldi: un po’ come affidare a Dracula la gestione della banca dei donatori del sangue, visto che l’armatore è (o dovrebbe essere) la controparte con cui l’autotrasportatore contratta le tariffe e le condizioni di viaggio dei suoi camion. Quindi ALIS è diventata lo strumento per dettare le regole del gioco e procedere alla divisione fra buoni e cattivi: da una parte il gruppo Zero+, dall’altra il gruppo A e il gruppo B… E il potere condizionante sul mercato si è accentuato durante il 2018, visto che ormai ALIS stipula convenzioni con le banche per prestare denaro agli autotrasportatori. Certo, pur garantendo sconti e agevolazioni, ma questa attività in un Paese normale potrebbe rappresentare un vago motivo di sospetto per un’Autorità che dovrebbe vigilare sulla  concorrenza.

Lei, egregio Pili, è diventato soltanto l’Athos di questa brutta copia di D’Artagnan, lo ha confessato lui stesso e non c’è bisogno di ricordarne le circostanze, visto che sono cose di appena qualche settimana fa. Ed è inutile che cerchi di mascherare la sua attività di lobbista pro-Grimaldi, cercando di truccarsi da “sardo libero”, tornato nella sua terra dopo aver abbandonato sua sponte il Parlamento.

Vede, egregio Pili, i sardi non hanno certo la memoria corta. Non si sono dimenticati dei suoi tanti “incidenti sul lavoro” (si fa per dire). Dalla sua rinuncia a sostenere l’esame da giornalista professionista, per essersi fatto prendere con le “mani nella marmellata” delle tracce del compito già preconfezionate, all’esilarante exploit del discorso copiato da quello di Formigoni, con la Sardegna a undici province e con le Alpi; da quell’altro, ugualmente memorabile, con Torino definita “città della Lanterna”, per arrivare alle bugie (o millanterie? Scelga lei) della collaborazione con la sottosegretaria Castiello.

E per finire: va bene che è riuscito a diventare giornalista professionista solo in ritardo, ma la pianti di prendersela con la categoria, ‘sbianchettando’ oltretutto dai suoi post le parti degli articoli che riprende ma che non le piacciono. Fa ridere i polli.

E già che ci siamo, un’ultima preghiera: visto che è un “sardo libero” e che giura di aver abbandonato l’odiato Palazzo, le dispiacerebbe aggiornare la sua PEC di posta elettronica, dove ancora si qualifica come “deputato”?
Grazie dell’attenzione da parte delle “guardie del Cardinale” (cioè Vincenzo Onorato).

GUIDO PAGLIA

P.S. A proposito, ineffabile signor Pili, lasci perdere i video-truffa che le manda D’Artagnan-Grimaldi e che lei servilmente mette subito su Facebook: quella nave è un nolo da una società greca; ed è quindi inevitabile che comandante e parte dell’equipaggio siano greci; però la Grecia fa parte dell’Unione Europea e i suoi marittimi, oltre ad essere comunitari, hanno la medesima retribuzione di quelli italiani. Non come quella degli extra-comunitari, che vengono sfruttati a metà del costo dal suo amico e sodale Grimaldi
La questione è tutta qui, lei lo sa benissimo, ma fa finta di niente e inonda di bugie il web: si vergogni.
Ora, dopo le sue sdegnate denunce sulle avarie della Tirrenia, aspettiamo un suo altrettanto indignato Post sull’incendio scoppiato a bordo della nave dell’armatore Grimaldi sulla stessa rotta che le sta tanto a cuore… scommettiamo che non ci sarà?

Il video dell’incendio

L’articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia

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