Sindacopoli, Arangino (Belvì): primo cittadino con 4 incarichi. Uno in Regione

Rinaldo Arangino, considerato una “promessa” del centrodestra sardo, è in carcere insieme ad altri nove amministratori locali.

Sindaco di Belvì e responsabile dell’Ufficio tecnico comunale. Ma Rinaldo Arangino, 43 anni, fede forzista, uno dei 10 arrestati nell’inchiesta La Squadra (qui tutti i nomi), è arrivato ad avere quattro incarichi. Ai tempi dell’inchiesta, partita a novembre 2013 dopo un esposto anonimo relativo a un appalto ad Aritzo, venne nominato pure nell’Ufficio di gabinetto dell’allora assessore alla Sanità, Simona De Francisci.

Il faldone del primo cittadino barbaricino, dunque, sembra più ricco degli altri, almeno sotto il profilo del curriculum. Perché Arangino, fedelissimo dell’ex presidente Ugo Cappellacci, è anche il vicepresidente del “Gal  Barbagia, Madrolisai, Gennargentu, Supramonte”, con sede a Sorgono. Secondo l’accusa, il Gal (Gruppo di azione locale) è uno degli enti che avrebbe bandito gare per la progettazione di opere pubbliche affidandole alla cupola del presunto malaffare.

Nella 250 pagine di ordinanza, firmata dal gip Annie Cécile Pinello, il Gal è infatti considerato una delle “stazioni appaltanti”, insieme ai Comuni nuoresi di Aritzo, Belvì, Gadoni, Ortueri, Teti, Ollolai e Tonara. Più Calasetta e San Giovanni Suergiu nel Sulcis e ancora Villasalto in Provincia di Cagliari. Nella lista nera figura pure il Consorzio di bonifica del Cixerri (Iglesias).

A scorrere l’elenco diffuso dalla Procura oristanese, l’azzurro di Belvì è certamente l’unico primo cittadino che guida anche il servizio tecnico del Comune. E almeno prima di questa inchiesta, Arangino è sempre stato considerato una “promessa” del centrodestra.

Ai 60 indagati, l’operazione La Squadra contesta, a vario titolo, l’associazione per delinquere, la turbativa d’asta e la corruzione. Oltre ai 10 arrestati, ci sono le 11 persone finite i domiciliari e tre per le quali è scattato l’obbligo di dimora. Sotto la lente della Procura, che sta lavorando insieme alle Fiamme gialle e ai carabinieri, figurano 44 appalti, classificati come pilotati. Dal tribunale di Oristano parlano poi di “prove schiaccianti” e comunque solo di un primo filone di indagini, lasciando intendere nuove iscrizioni sul registro degli indagati. Sulle ordinanze di custodia cautelare emesse si attendono invece gli interrogatori di garanzia.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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