Sindacopoli sarda, appalti per opere inutili. O per il palazzo che non esiste

Ecco gli escamotage con i quali la cupola del presunto malaffare si aggiudicava gli incarichi “grazie alle amministrazioni consenzienti”.

Appalti per opere inutili. Per esempio, la sistemazione di una strada non malmessa o di una mensa scolastica ugualmente non vecchia. “Interventi pubblici non necessari, per i quali veniva affidata la progettazione, dalla preliminare all’esecutiva”, dice il procuratore capo di Oristano, Andrea Padalino Morichini. Ma è spuntata pure “la ristrutturazione di un edificio inesistente in una piazza inesistente“, a Sarule, un piccolo centro del Nuorese. Questo perché era talmente grossolana l’aggiudicazione degli incarichi che lo stesso “intervento non necessario veniva riproposto in serie in diversi Comuni”. Si trattava solo di cambiare le vie. Ma nel caso di Sarule ci si dimenticò di fare la modifica.

Scorre su questo binario l’indagine “La Squadra“, con l’ingegnere di Desulo, Paolo Salvatore Pinna, a guidare la cupola del presunto malaffare. L’uomo, 62enne, amministratore della Essepi Engeneering, è stato arrestato oggi insieme ad altre 10 persone. Tra loro Francesco Chessa, 56 anni, nato a Irgoli e residente a Cagliari, altro professionista centrale della presunta associazione per delinquere. A Chessa è intestata la Edilogica srl, la seconda grande società che si aggiudicava gli incarichi per un giro finale da 60 indagati, compresi gli 11 finiti ai domiciliari e i tre per i quali è scattato l’obbligo di mora (qui tutti i nomi).

Ci sono almeno quattro modalità con le quali si distribuivano gli appalti, grazie “alle amministrazioni consenzienti e a una rete di liberi professionisti”. Su tutto, ingegneri, architetti, geometri e qualche geologo.

Intanto: per le opere sotto i 40mila euro, “si procedeva con affidamenti diretti“, spiega Saverio Ceglia, il colonnello che a Nuoro guida il comando provinciale dei carabinieri. “Dai 40mila ai 100mila euro, invece, si bandiva la procedura negoziata“. Vuol dire una gara valida solo con la partecipazione di almeno cinque offerte che “a volte venivano presentate tutte dall’organizzazione per delinquere”. Stesso escamotage sui lavori fino a un milione e “in questo caso, per legge, le offerte minime devono essere 10 “.

Il procuratore capo di Oristano parla di “interventi copia e incolla, pacchetti chiavi in mano“. Significa che le due srl sotto accusa – la prima dell’ingegnere desulese e la seconda dell’irolese Chessa – confezionavano “l’intero intervento, dalla progettazione preliminare a quella esecutiva, appunto”. Di fatto “si sostituivano al lavoro degli Uffici tecnici che nei piccoli Comuni, di norma, non sono molto organizzati, viste le poche risorse umane e finanziarie di cui dispongono”.

Infine ecco la modalità della “proposta migliorativa“. Ovvero, “in sede di bando si decideva di assegnare un punteggio alto alle offerte che, oltre al ribasso, introducevano nuovi elementi all’intervento oggetto dell’appalto”, spiega Armando Mammone, il sostituto titolare dell’inchiesta. Non solo: in questo caso la differenza la faceva il tempo. Perché “le gare erano bandite in un tempo brevissimo“, quindi con una scadenza impossibile per quasi tutti i liberi professionisti, tranne quelli della “cupola, informati in anticipo”.

Insomma, appalti pilotati e sartoriali, “dove massima era la discrezionalità della commissione giudicante” che metteva in piedi gara col solo obiettivo di poterle decidere a tavolino, concordandole con la cupola.

La ramificazione dell’associazione per delinquere in tanti Comuni dell’Isola fa il paio con la rete di conoscenze. “È evidente – dice ancora Padalino Morichini – che le risorse pubbliche, concesse quasi sempre dalla Regione, non sono state assegnate seguendo la logica delle priorità infrastrutturali. Si tratta piuttosto di finanziamenti a pioggia che, per affinità politica, gli amministratori hanno potuto ottenere. E anzi usavano quegli appalti per dimostrare alla cittadinanza quando fosse meritoria la loro azione di governo”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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