Ristorazione, l’ammissione di Solinas: “La mia ordinanza sarebbe illegittima”

Alla fine è stata una videoconferenza-fiume, quella che Christian Solinas ha convocato ieri alle 21. I microfoni si sono spenti solo a mezzanotte, con una certezza: il presidente della Regione, dopo una settimana di versioni cambiate, ha finalmente ammesso davanti ai capigruppo di maggioranza e opposizione che la sua ordinanza sulla chiusura posticipata di bar e ristoranti sarebbe illegittima. Firmarla equivarrebbe a una mossa inutile, oltre che ridicola. Tuttavia il governatore ha voluto prendersi ancora qualche ora per decidere se forzare la mano e mettere a segno la mossa-farsa, come gli hanno suggerito i suoi, oppure battere la ritirata definitiva, come ha iniziato a fare. In questo caso Solinas rinuncerebbe anche alla mini-ordinanza, pensata nei giorni scorsi per normare la riduzione dei voli, la didattica a distanza e il tasso di riempimento di bus e pullman.

Ma andiamo con ordine. Ieri erano le 20,30 quando il capo della Giunta sarda ha convocato i capigruppo in un vertice programmato per le 21. Vista la mossa a sorpresa, sembrava che Solinas dovesse annunciare la decisione di firmare l’ordinanza, stabilendo per i bar la possibilità di aprire sino alle 20 e per i ristoranti sino alle 23, anziché seguire il coprifuoco delle 18 imposto dal Governo di Giuseppe Conte. Invece il governatore è arrivato al collegamento senza alcun copione già pronto e ha concordato il da farsi durante la videoconferenza.

Proprio nel corso di quelle tre ore di vertice, il governatore e l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, hanno ammesso che ogni contatto con Roma è stato infruttuoso. Sia il ministro per gli Affari regionale, Francesco Boccia, che quello alla Sanità, Roberto Speranza, hanno escluso ogni possibilità di deroga per la Sardegna. Del resto se venissero fatte concessioni alla nostra Isola, anche altre regioni potrebbe rivendicare un uguale trattamento. Ciò significherebbe una gestione-spezzatino della pandemia. Il Governo Conte, invece, ha la legittima necessità di applicare in tutto il Paese un’unica strategia anti-Covid. Anche perché è il solo modo per sminare le proteste e le mobilitazioni di piazza. Niente figli e figliastri, sebbene la curva dei contagi non sia identica ovunque.

Si sapeva da due giorni che Boccia non avrebbe concesso nulla sulla possibilità di approvare deroghe per bar e ristoranti (leggi qui l’approfondimento di Sardinia Post). Ma Solinas ha finto di voler andare avanti lo stesso, facendo filtrare l’ipotesi del doppio orario che, tuttavia, ha retto giusto ventiquattro ore. Poi ieri tutto il castello di sabbia è venuto giù. La maschera è caduta nella videoconferenza delle 21. Ma già mezz’ora prima era emerso l’isolamento di Solinas a Roma, perché gli altri governatori ‘ribelli’ si sono allineati con Boccia optando per il dietrofront (qui la cronaca). Il ministro, di fatto, ha vinto sull’intera linea.

La nuova giornata di riflessione che Solinas si è preso (le consultazioni coi capigruppo dovrebbero ripartire oggi a mezzogiorno, siamo all’ottavo giorno dall’annuncio dello stop&go) servirà a valutare la possibilità di fare un disegno di legge anziché un’ordinanza, sulla falsariga del modello siciliano di Nello Musumeci. Tuttavia la possibilità di successo sembra nulla pure stavolta. In pratica il Consiglio regionale dovrebbe approvare una norma in conflitto con il Dpcm. Ma nella gerarchia delle fonti, principio che concorre a determinare l’impugnabilità di un atto legislativo, il testo sardo risulterebbe contrario al decreto legge che dà copertura allo stesso Dpcm. Il quale è di rango statale e quindi sovraordinato rispetto alla norma regionale. Palazzo Chigi ne richiederebbe l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale un minuto dopo.

Ieri a mettere in guardia Solinas è stata soprattutto dall’opposizione che, pur con toni pacati, ha fatto notare come la firma dell’ordinanza sulle chiusure posticipare di bar e ristoranti sarebbe una sonora presa in giro. Anche perché gli operatori verrebbero esposti al rischio di multe, visto che i controlli delle Forze dell’ordine seguono le disposizioni del Dpcm.

Francesco Agus, il capogruppo dei Progressisti sentito da Sardinia Post, dice: “Non è certo il momento per creare false illusioni. Il nostro partito ha chiesto al presidente Solinas di evitare buchi nell’acqua, come sarebbe la pubblicazione di un’ordinanza già dichiarata illegittima dal Governo nazionale”. Agus sottolinea: “L’unico modo per ridurre le restrizioni in Sardegna è investire in sanità: solo attivando nuovi posti letto, la cui copertura deve essere garantita anche attraverso il potenziamento degli organici, si possono mettere i cittadini nelle condizioni di vivere una quotidianità il più normale possibile”.

La speranza di oggi è che Solinas archivi definitivamente la telenovela a cui lui stesso ha dato il via. Stavolta con un record: dopo nove giorni di puntate, finora non c’è nemmeno lo straccio di un atto amministrativo. Restano solo le contradditorie strategie. Ma più di altre volte viene fuori anche l’indignazione sui social.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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