Sardinia Post ospita una serie di interventi sulla “Cagliari del futuro”: intellettuali, artisti, uomini e donne di cultura e di scienza con le loro proposte e i suggerimenti alla nuova Giunta guidata da Massimo Zedda.
*di Alessandro Spano
Come spesso capita quando si insedia un nuovo sindaco o un nuovo presidente di regione, emergono varie proposte per indirizzare l’azione amministrativa dei prossimi cinque anni. In questo caso, la proposta ruota intorno ad alcune parole chiave: (1) bambini, (2) spazi e luoghi per sport e cultura e (3) Cagliari città universitaria.
La prima parola chiave è bambini. Le città, in genere (e la nostra Cagliari non fa eccezione) dedicano poco spazio ai bambini. Forse perché non votano, o forse perché non abbiamo ancora capito bene che sono il nostro futuro, soprattutto in considerazione del drammatico calo demografico. Qualunque sia il motivo, i bambini nella nostra città non sono considerati abbastanza importanti, non hanno adeguati spazi per giocare, per passeggiare o semplicemente per stare con i loro coetanei. Innanzitutto, vi è una forte carenza di adeguati spazi dedicati proprio ai bambini. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni tentativi per migliorare alcuni parchi cittadini, dotandoli di giochi e di ambienti fruibili per bambini e famiglie. Ma sarebbe sufficiente fare un giro in una qualunque cittadina della Finlandia per capire cosa significhi dare la giusta importanza ai bambini e alle loro famiglie. Altro problema che andrebbe affrontato (in stretta collaborazione con la Regione Sardegna) è la drammatica scarsità di posti in asili nido pubblici o convenzionati con il pubblico. Si tratta di un problema atavico, nei confronti del quale ci sono stati, in passato, vari interventi sia a livello nazionale che regionale. Attualmente, la Regione Sardegna ha in programma nuovi interventi; tuttavia il problema permane e, per quanto di competenze del Comune di Cagliari, sarebbero auspicabili grande attenzione e profondo impegno in questa direzione. Quindi, il primo suggerimento al neo-eletto sindaco è di vedere quello che altri paesi fanno per i bambini (e non per mera esterofilia).
La seconda parola chiave è spazi per lo sport e per la cultura. La situazione degli spazi e delle strutture sportive a Cagliari è drammatica e solo le società sportive più strutturate riescono a svolgere una solida attività sportiva, potendola anche programmare adeguatamente. Tutte le altre devono arrangiarsi alla meno peggio, trovando spazi con grandi difficoltà. Ciò rende molto difficile una pianificazione, anche solo a medio termine, che consenta alle società sportive di svolgere la loro attività in modo adeguato, offrendo a una maggiore platea di persone la possibilità di svolgere attività sportiva a prezzi ragionevoli. Discorso analogo per quanto riguarda la cultura. Anche la cultura, nelle sue varie manifestazioni, necessita di adeguati spazi sia per quanto concerne le caratteristiche di tali spazi, sia per il costo da sostenere per la loro fruizione. Su questi temi non credo serva aggiungere altro, l’importanza è talmente evidente che ci si augura diventi subito una delle priorità della nuova amministrazione comunale.
La terza parola chiave è Cagliari città universitaria. L’università di Cagliari ha circa 25.000 studenti, che, dopo la pandemia, fortunatamente, hanno ripreso a frequentare la vita accademica in presenza. Negli ultimi anni è aumentato anche il numero di studenti stranieri che viene studiare a Cagliari, apprezzando la sua bellezza e il suo fare accogliente. L’ateneo di Cagliari sta facendo un grande sforzo per migliorare la propria offerta formativa, sia in termini di maggior numero di corsi di laurea, che di maggiore qualità. Ma questo richiede spazi adeguati, a cominciare dagli alloggi. Ora, è evidente che la prima responsabilità in questo campo è dello Stato italiano e della Regione Sardegna. Il primo, troppo spesso, per non dire quasi sempre, si disinteressa della scuola e dell’università. La seconda, pur offrendo un importante sostegno alle università sarde, tuttavia necessita di incrementare il proprio impegno in questo campo. Tuttavia, anche il Comune di Cagliari può e deve svolgere un ruolo importante per favorire questa transizione verso una vera città universitaria; questo può avvenire in molti modi, seguendo esempi virtuosi di altre città che hanno portato avanti iniziative per favorire la realizzazione di alloggi da destinare alla popolazione studentesca.
Varie e differenti sono le priorità politiche che in questa fase di avvio della nuova consiliatura sono presentate all’amministrazione comunale; ma quelli qui suggeriti, rappresentano, a parere di chi scrive, ambiti la cui importanza va oltre i prossimi cinque anni, abbracciando un orizzonte più ampio, fino alle prossime generazioni.
*Professore ordinario Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari