Covid-19, l’ipotesi preferita da Solinas: Superiori tutte chiuse e ristoranti aperti

L’ordinanza ancora non c’è, sebbene promessa da giorni. Ma l’ipotesi anti-Covid a cui sta lavorando Christian Solinas grida vendetta. Il presidente della Regione sta pensando di tenere aperti sino alle 23 i locali pubblici, ma per gli studenti delle Superiori la didattica a distanza sarebbe al 100 per cento. Quindi scuole chiuse.

Il modello di organizzazione socio-economica a cui sta lavorando il presidente è stata rilanciata da La Nuova Sardegna, il quotidiano dell’Isola al momento più vicino al governatore. Stando al giornale di Sassari, Solinas è deciso a fregarsene degli studenti dell’Isola e concedere tutto al settore della ristorazione. Di certo, se una simile soluzione dovesse trovare conferma nell’ordinanza adesso, sarebbe davvero il segno di una pesante deriva culturale.

Ovviamente non è in discussione il fatto che un presidente di regione aiuti a salvare l’economia del territorio (anche se Solinas la settimana scorsa voleva chiudere tutto). Come previsto dallo stesso Dpcm del premier Conte, tutti i governatori hanno la possibilità di prevedere chiusure meno restrittive per bar, ristoranti e gelaterie, se la curva epidemiologica lo permette (così prevede il decreto presidenziale al comma Ee). E Solinas vuole allineare la Sardegna alla tendenza nazionale permettendo di abbassare le saracinesche alle 23 anziché alle 18. Altra cosa, però, è sacrificare il diritto dei ragazzi ad andare a scuola per puntare tutto sulle attività commerciali.

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Del resto, se gli studenti delle Superiori saranno costretti a restare a casa, non è colpa loro. Ma della stessa Regione che aveva tutto il tempo per organizzare il potenziamento del trasporto pubblico, invece ha lasciato che l’estate passasse senza mettere in piedi alcuna iniziativa di supporto alla mobilità dei giovani. Sarebbe bastato fare convenzioni anche con le Forze armate, come suggerito dall’ex presidente Francesco Pigliaru, che hanno tanti pullman nel parco mezzi e potrebbero mettere a disposizione a costo zero. Invece da parte di Solinas nessuna misura è stata adottata.

Chiunque conosca uno studenti delle Superiori, sa bene quale pesantissimo impatto emotivo ha avuto lo stop alla didattica in presenza lo scorso anno. Far pagare ai più giovani il prezzo maggiore dell’inerzia politica sarebbe una scelta financo vigliacca. Di sicuro la più dannosa, perché si tratta di una fascia di popolazione senza peso elettorale, l’unico che interessa alla politica. Non solo: Solonas ignora probabilmente il fatto che la didattica a distanza non fa che facilitare la dispersione scolastica. E la Sardegna è già prima regione in Italia per numero di giovani che smettono di studiare.

Non appena dalla Regione diffonderanno l’ordinanza, si capirà se il presidente ha avuto davvero il coraggio di chiudere le Superiore e obbligare i ragazzi dai 14 ai 18 anni alle sole lezioni online. Fingendo di credere che la didattica via pc possano sostituire anche il bisogno di socializzazione. Proprio in questo solco, infatti, il Dpcm prevede un 25 per cento di didattica in presenza. Una quota piccola ma pare che Solinas la voglia cancellare del tutto.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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