Ristorazione, niente deroghe nel Dpcm. Boccia: ‘Stop alle 18’. Solinas avvisato

Bar e ristoranti devono chiudere alle 18, senza possibilità di deroga. Lo spiega il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che oggi ha detto due cose: “La questione è stata dibattuta in conferenza Stato-Regioni”, quindi i governatori non possono non sapere. Poi l’esponente del Governo ha fatto sapere che “saranno impugnati tutti gli atti contrari alla legge”.

Christian Solinas non sta giocando pulito, parrebbe. A sentire ciò che dice Boccia, si può dedurre che il capo della Giunta isolana ha cambiato idea e promesso manica larga per ristoranti e bar pur sapendo di non poterlo fare. Di fatto una mossa che ha tutto il sapore di essere squisitamente elettorale.

Tradotto dal politichese, va cosi: una settimana fa, Solinas ha mandato una nota in cui se l’è presa coi sardi che “hanno abbassato la guardia” e annunciato uno ‘stop&go‘ di quindici giorni. Ovvero un lockdown programmato e a tempo. Poi Solinas ha saputo che a Roma si stava lavorando a un Dpcm sulle restrizioni, allora il presidente si è rimangiato tutto.

Nel frattempo è successo che è montata la protesta, in tutta Italia, contro la nuova stretta. Anche in Sardegna oggi sono scesi in piazza gli operatori della ristorazione e i proprietari delle palestre. Due le manifestazioni: una in piazza del Carmine e l’altra sotto il Consiglio regionale. Obiettivo identico: allentare le maglie dei divieti imposti dal Governo. Solinas sta cavalcando questo malessere, anziché assumersi responsabilità politiche.

Ma oggi  ha fatto chiarezza Boccia, giusto per far capire a certi governatori che l’emergenza Covid non è una giostra dalla quale salire e scendere. Roma non accetterà deroghe previste con ordinanze regionali. Solionas invece tira dritto, fingendo che la stampa e una parte dell’opinione pubblica si bevano la versione taroccata del Dpcm. Il comma Ee prevede che bar e ristoranti possono restare aperti sino alle 18, a meno che la situazione non peggiori. “Le attività restano consentite”, recita testualmente il decreto. La deroga proprio non c’è.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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