Nuovo lockdown, Solinas contro i sardi. Ma il problema sono gli ospedali pieni

Se in Sardegna ci sarà un nuovo lockdown, a determinarlo non saranno certo i sardi messi sotto accusa ieri dal presidente della Regione, Christian Solinas, che ipotizzando “uno stop&go“, cioè una chiusura totale per quindici giorni, se l’è presa contro quei “troppi” cittadini “che hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno”. Vero che non tutti indossano la mascherina e rispettano il distanziamento sociale,  ma il blocco si rende necessario unicamente perché in Sardegna non ci sono abbastanza posti letto per curare i malati di Covid-19.

Ovviamente Solinas, che ha diffuso in serata il nuovo comunicato, si è guardato bene dall’ammettere le proprie responsabilità politiche: la drammatica situazione che si sta registrando negli ospedali dalla Sardegna, a cominciare dal Santissima Trinità di Cagliari, polo di riferimento in tutta l’Isola per la cura del coronavirus, è causata dall’assenza da programmazione da parte della Regione. Nei mesi estivi la Giunta non ha mosso dito per preparare la risposta alla seconda ondata, credendo che il virus stesse perdendo potenza, come ripetevano il medico lombardo Alberto Zangrillo e l’imprenditore Flavio Briatore, ‘consulente’ di Solinas per il turismo. Invece non esiste pandemia, tra quelle studiate nel mondo, che non abbia fatto registrare una fase due.

Sono sufficienti i numeri per spiegare in quale imbuto la Giunta Solinas ha infilato la Sardegna. Stando ai numeri ufficiali dati dalla stessa Regione, nella nostra Isola ci sono 152 posti letto di terapia intensiva. La soglia di sicurezza è non superare un’occupazione del 30 per cento coi pazienti Covid. Invece sono già 36 i ricoverati nelle Rianimazioni della Sardegna per il coronavirus. Significa che manca pochissimo perché si arrivi alla quota che vale l’allerta. Del resto se si sfora il 30 per cento, si rischia che non ci siano più posti letto per i pazienti affetti da altre patologie.

L’occupazione delle Terapia intesive negli ospedali dell’Isola sta avanzando in maniera rapida: il 21 settembre, i pazienti intubati erano 20. Significa che in mese sono quasi raddoppiati. Ecco perché c’è il rischio concreto che la soglia di sicurezza venga superata intorno alla terza settimana di novembre. I 36 posti attualmente occupati corrispondono al 23,7 per cento. Di qui la decisione di Solinas di prevedere un nuovo lockdown, addirittura dando ragione per la prima volta al Governo di Giuseppe Conte. Da marzo la linea di Solinas, sui ordine del suo capo Matteo Salvini, è sempre stata quella di dare addosso alla maggioranza Pd-M5s. Nel comunicato di ieri, invece, il governatore ha parlato di applicazione di “uno stop&go di quindici giorni d’intesa col ministero della Salute”.

Ovviamente, sotto il profilo elettorale una nuova chiusura non è una mossa felice. Ecco allora l’idea di Solinas di mettere in mezzo anche gli avversari politici, sempre nell’unica logica di non assumersi responsabilità politiche. Del resto in Sardegna oltre alle Terapie intensive esiste pure un problema di posti letto ordinari, sempre per la cura del Covid-19: al Santissima Trinità la situazione si è fatta ormai ingestibile. Ieri notte gli equipaggi del 118 sono stati costretti a bivaccare nel parcheggio dell’ospedale, per vigilare sulle ambulanze dove ci sono i malati di coronavirus che non possono essere ricoverati perché mancano i letti.

Ieri per tutta la giornata si è registrato un crescendo di mezzi del 118 davanti al Pronto soccorso: erano quattrodici alle 17 e sono arrivati a diciassette alle 21. Stando ai numeri che dà l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, in Sardegna per la cura del Covid-19 c’è una disponibilità di 255 letti e “presto si arriverà a 402”. Ma al momento i pazienti stanno nelle ambulanze, segno che quel conto non torna affatto. Anche perché mancano gli organici: durante i mesi estivi, quando andava preprarata la macchina dell’assistenza, non sono state fatte assunzioni. E adesso il personale sanitario, che è già ridotto all’osso, non può materialmente sostenere nuovi carichi di lavoro.

In mattinata è prevista una riunione in Regione, probabilmente per fare il punto sul tipo di lockdown da attuare, anche considerando che questo week-end ci sono le elezioni comunali. L’ipotesi più probabile è che per due settimane vengano chiuse le scuole. Anche perché tra le mancate responsabilità del centrodestra al governo dell’Isola c’è l’assenza di misure adottate sul fronte del trasporto locale, a sostegno degli studenti. La Giunta non ha pensato di attivare, per esempio, una convenzione con la società che hanno pullman da turismo, mezzi che possono essere messi a disposizione per coprire le tratte verso le scuole ed evitare gli assembramenti dei giovani.

Tra qualche ora si potrà capire meglio l’orientamento della Giunta sulle nuove misure da adottare per contenere il sovraffollamento degli ospedali, cercando di ridurre al minimo l’impatto ecnomico dello stop. Sono troppe le attività commerciali e le aziende sarde già in crisi dopo le chiusure di marzo e aprile.

Alessandra Carta
(@alessacart)

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