‘La Cagliari del futuro’. Monica Scanu (Fai): “La città delle jacarande, più spazio a verde e architettura”

Da oggi Sardinia Post inizia a ospitare una serie di interventi sulla “Cagliari del futuro”: intellettuali, artisti, uomini e donne di cultura e di scienza con le loro proposte e i suggerimenti alla nuova Giunta guidata da Massimo Zedda.

di Monica Scanu *

Sul tema “Cagliari, oggi” tanto si è scritto e ragionato, sulla carta stampata, sui social, on line. La città è bellissima, avvolta nella sua particolare luce bianca, il mare a portata di vista quasi ovunque tu sia, con il suo abbagliante centro storico, le sistemazioni sul lungomare, le jacarande fiorite. In generale, i commenti dei visitatori e dei turisti sono positivi, molto positivi, e spesso si sente dire, aldilà del posto che Cagliari occupa nelle classifiche che periodicamente appaiono su noti quotidiani nazionali, che è una città dove vale la pena venire a vivere. E, in questi anni, molti hanno fatto questa scelta. 

Questi sono i commenti generalizzati di chi viene in città per vacanza, per brevi periodi di lavoro, o a trovare parenti e amici. Poi ci sono i commenti di chi in città è nato e ci vive, chi ogni mattina va al lavoro, chi accompagna i figli a scuola, chi accede ai servizi, chi utilizza i trasporti pubblici, dai quali si capisce che l’amore per la città non viene meno, mai, ma che le criticità e difficoltà quotidiane sono aumentate nel corso degli anni.  Da lunedì scorso, tuttavia, potrebbe aprirsi una nuova prospettiva per la città, con il passaggio da Paolo Truzzu a Massimo Zedda nel ruolo di sindaco della città. 

Oltre a tutte le esigenze prioritarie che vanno riprese una per una dalla nuova amministrazione, come ad esempio l’assistenza alle persone in difficoltà e alle categorie più fragili, ci sono altri aspetti della vita delle città che devono starci a cuore. Come, ad esempio, l’architettura, l’ambiente, la cultura.

Cosa dobbiamo auspicare e chiedere? Sull’architettura e l’urbanistica, innanzitutto di accelerare la chiusura dei cantieri, soprattutto quelli che riguardano non solo i cittadini ma direttamente il decoro della città: via Roma lato portici, in primis, e poi il bastione di Saint Remy, depredato di tutte le sedute in travertino lungo il suo perimetro, con il cantiere infinito  del bastione Santa Caterina; ci sono poi i cantieri che coinvolgono altri punti nevralgici per la viabilità nella città, come, ad esempio, sempre via Roma, lato mare. 

Un altro auspicio è quello che si possano agevolare soluzioni, per quanto di competenza comunale, per le “incompiute” cittadine: l’anfiteatro romano, ancora in stato di semi – abbandono e visitabile solo in una piccolissima porzione, l’ex ospedale Marino al Poetto, l’ex hotel Mediterraneo. Sarebbe bello che, alla luce del fatto che a Cagliari ci sono degli ottimi professionisti, per gli incarichi diretti su progetti che riguardano luoghi strategici della città, si facesse riferimento a loro, oppure si utilizzasse il più democratico strumento del concorso di progettazione. 

E per quanto riguarda l’ambiente? Politiche ambientali rispettose del verde pubblico e contemporanee, in collaborazione con centri di ricerca e startup locali, una maggiore attenzione nei confronti delle alberature esistenti, individuando per loro di volta in volta le modalità di manutenzione più adatte e sostenibili (che difficilmente coincidono con le potature radicali), così come per le essenze da impiantare, da scegliere fra quelle più idonee ai luoghi e al clima; maggiore attenzione al consumo di acqua; utilizzo del fotovoltaico negli uffici pubblici, negli asili e nelle scuole primarie, nei mercati; maggiore spazio per le meravigliose jacarande che caratterizzano la città e in particolare per quelle che crescono lungo i lati del Largo Carlo Felice: più spazio per gli alberi maestosi, marciapiedi più grandi e meno automobili parcheggiate (bellissimo sarebbe rendere pedonale il tratto del Largo Carlo Felice che va da via Francesco Crispi a via Domenico Azuni). Meno auto nel centro storico, con parcheggi di scambio e navette (magari gratuite per anziani, portatori di handicap e famiglie con bambini) e ulteriore potenziamento dei mezzi pubblici accompagnata da una “educazione” all’uso dei mezzi pubblici. Infine, la cultura: progettare e realizzare mostre originali e di alto livello senza ricorrere necessariamente all’acquisto di pacchetti pre confezionati, ripristinare spazi culturali pubblici importanti come il teatro civico di via università, dare spazio alle associazioni e alle organizzazioni locali per eventi e concerti.

Per tutti questi aspetti, la parola d’ordine deve essere, a mio avviso, la cura. Avere cura dell’ambiente, dell’architettura, della cultura, nella città e per la città, affinché Cagliari diventi sempre più vivibile e accogliente per i cittadini, i viaggiatori, i turisti. Questo mi sento di dire, “a caldo” e da tecnico quale sono, al sindaco e alla sua Giunta.

* Presidentessa Fai Sardegna

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