Pd, Roma dice no alla sostituzione di Marcialis: la sinistra senza candidato

Il verdetto romano del Pd è arrivato: la commissione nazionale di garanzia dice no alla sostituzione di Yuri Marcialis, il candidato della Sinistra autonomista e federalista.

Il verdetto romano del Pd è arrivato: la commissione nazionale di garanzia dice no alla sostituzione di Yuri Marcialis, il candidato della Sinistra autonomista e federalista che si è ritirato dalla corsa per entrare nell’Mdp di Bersani e D’Alema. A questo punto dalle primarie sarde del 30 aprile (accorpate a quelle nazionali) restano fuori anche gli ex civatiani de La Traversata che si erano uniti nel sostegno a Marcialis.

È stata spedita alle 11,38 la mail che boccia la richiesta di sostituzione di Marcialis, aprendo nel Pd isolano una spaccatura destinata a farsi sentire. Di fatto le due componenti più direttamente riconducibili alla base del partito non hanno più una rappresentanza al congresso né possono sceglierla (sotto il documento ufficiale).

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La commissione nazionale di garanzia è presieduta da Gianni Dal Moro, il garantire del partito sardo, nominato lo scorso novembre per mettere fine allo scontro interno e traghettare il Pd verso l’elezione del nuovo segretario regionale. E al momento i candidati sono due: il senatore Giuseppe Luigi Cucca e il deputato Francesco Sanna. Entrambi sono renziani, ma sostenuti da componenti differenti non solo al proprio interno ma che trasversalmente appoggeranno sul fronte nazionale lo stesso Matteo Renzi e il guardasigilli Andrea Orlando (qui il quadro delle alleanze).

Cucca da subito si era detto contrario alla sostituzione di Marcialis che, materialmente, si sarebbe dovuta concretizzare con la riapertura dei termini per le candidature, come aveva proposto anche la commissione congressuale regionale (leggi qui). “Ho sempre fatto delle regole una bandiera – ha spiegato il senatore -, non sarà certo io a stravolgerle”. Disponibile, invece, Sanna che, proprio davanti al no di Cucca, lo aveva inviato a ripensarci (leggi qui).

Adesso si tratta di capire se le diplomazie interne si rimettano in moto per trovare un accordo unitario, evitando che la corsa sarda si giochi tutta nel perimetro renziano. Cucca è sostenuto da ex Ds e popolari dell’area dell’ex premier nonché segretario uscente; Sanna è stato candidato da soriani, lettiani e altri pezzi di ex Ds. Finora non ha preso posizione l’area popolare-riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda che a livello nazionale sosterrà Renzi, per il tramite, rispettivamente, di Piero Fassino e Dario Franceschini.

Per la Sinistra federalista e gli ex civatiani si era prospettata la possibilità di partecipare alle primarie con una lista collegata a uno dei due candidati in corsa. Ma non è detto che la soluzione accontenti le due componenti che reclamavano la sostituzione di Marcialis in nome di una “piena rappresentanza” e in virtù del fatto che nell’ultimo mese è mezzo il Pd è stato travolto “da un vero e proprio terremoto”. Prima il congresso anticipato, poi la scissione. Ciò che ha fatto slittare le stesse primarie sarde dal 19 marzo al 30 aprile. Ma Roma ha detto no. La presentazione delle liste scade il 3 aprile.

Anna Crisponi, portavoce de La Traversata nonché componente della commissione congressuale regionale, dice: “È chiaro che un quesito burocratico sulle regole, come la riapertura dei termini per la candidature, non può risolvere un problema politica sulla rappresentanza, determinato da una somma di eventi straordinari e dirompenti. Noi crediamo che per non perdere consensi a sinistra, la valutazione del caso avrebbe richiesto uno slancio generoso e inclusivo, come hanno dimostrato il deputato Sanna e i compagni dell’area popolare-riformista che ci hanno sostenuto in questa come in altre battaglie. Altri invece pensano che il partito sia più bello e più comodo quando nessuno solleva voci di dissenso. Il congresso sardo rischia di diventare adesso l’ennesima e sgangherata somma di correnti”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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