Cinquanta donne provenienti da tutta l’isola si sono riunite stamani davanti al consiglio regionale in via Roma, Cagliari. Una delegazione è poi entrata nel Palazzo dove era prevista la discussione sulla nuova legge elettorale che è stata aggiornata a domani, quando la delegazione femminile si presenterà nuovamente in via Roma per ‘vigilare’ sui lavori consiliari.
Le donne appartengono ad associazioni e collettivi femminili rivendicano oggi una più’ forte presenza femminile in politica, con la speranza che la prossima legge elettorale possa tutelare, finalmente, il diritto alla parità’ di genere. Sull’approvazione della nuova normativa – che dovrà attenersi ad alcuni principi stabiliti nella legge costituzionale che ha ridotto da 80 a 60 il numero dei consiglieri – ci sono varie preoccupazioni. Anche quella che scelte contro la parità di genere vengano fatte all’ombra del voto segreto.
“Crediamo che la nostra presenza oggi possa condizionare le scelte del Consiglio”, si augura Romina Mura, appena eletta alla Camera tra le file del Pd. “Siamo qui perché’ vogliamo finalmente una democrazia paritaria: non e’ giusto che la meta’ della popolazione sarda non sia neanche rappresentata in Regione” prosegue Elena Burrai, presidente del distretto Sardegna dell’associazione Fidapa, “Le donne devono concorrere a rappresentare e migliorare la nostra società'”.
Presenti anche Lilli Pruna, docente universitaria e candidata al Senato per Sel, e il collettivo “Se non ora quando?” che, prima delle ultime elezioni, ha organizzato una serie di incontri invitando tutti i soggetti politici a dare delle risposte agli elettori sul tema della condizione femminile: “la nostra presenza qui e’ importante, sottolinea Bruna Biondo in rappresentanza di “Se non ora quando?”, vogliamo far capire che la presenza femminile in politica e’ un pilastro della democrazia” .
Carmina Conte, giornalista e socia onoraria della Fidapa, ci tiene a sottolineare come dietro a questa iniziativa non vi siano partiti o ideologie specifiche: “oggi sono presenti donne di ogni condizione sociale e politica, dato che si parla di diritti della democrazia: e’ arrivato il momento di cambiare”.
Francesca Mulas