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Legge elettorale, sulla doppia preferenza di genere l’ombra del voto segreto

La nuova legge elettorale regionale, da domani al vaglio del consiglio, rischia di perdere per strada la doppia preferenza di genere. Si parla in sostanza della facoltà, per l’elettore, di indicare due candidati consiglieri, un uomo e una donna.

Nell’Aula di via Roma nessuno lo dice apertamente, ma lo schieramento che non vede di buon’occhio una soluzione del genere è trasversale. In primis perché con la riduzione dei consiglieri dagli attuali 80 ai futuri 60, va da sé che molti attuali onorevoli rimarrebbero a casa. Se poi fosse approvata la doppia preferenza di genere – soprattutto se obbligatoria – metà degli scranni andrebbe appannaggio delle donne e in via Roma arriverebbero solo 30 ‘maschietti’.

Quindi, come arginare l’ondata rosa? I politici navigati azzardano: qualcuno chiederà il voto segreto e a quel punto il nutrito partito trasversale che si batte contro la doppia preferenza avrà la meglio. E non si parla solo di maggioranza: nel Partito democratico – anche se nessuno lo dirà mai apertamente – i ‘dubbiosi’ non mancano.

In ogni caso, anche ammesso che l’articolo in questione venga approvato, viene da chiedersi quale sarà la soluzione adottata. Perché, in merito, le posizioni sono diverse. Sinistra, ecologia e libertà, ad esempio, punta sull’obbligo, per l’elettore, di esprimere la doppia preferenza, pena l’annullamento del voto. Una soluzione che però provoca nei colleghi del Partito democratico parecchie perplessità.

“Siamo chiaramente e notoriamente favorevoli alla doppia preferenza di genere – dice Francesca Barracciu – ma non in modo obbligatorio. Per un semplice motivo: una soluzione di questo genere potrebbe essere invalidata da probabili profili di incostituzionalità. In merito, peraltro, la Corte Costituzionale si è espressa bocciando, sostanzialmente, l’obbligo della doppia preferenza”.

Meglio, secondo il Pd, introdurre la possibilità della doppia preferenza, nel senso che se l’elettore decide di esprimere due voti, uno deve andare a favore di un uomo e il secondo a favore di una donna. Un’opzione, come si vede, non obbligatoria ma facoltativa e sulla quale è molto probabile un accordo anche con i colleghi di minoranza, Sel compresa.

Poi è chiaro: se passerà il voto segreto, con tutta probabilità si tratterà di un accordo semplicemente inutile.

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