Nomine in Regione, nuove regole in una proposta di legge: massimo 65 anni

Massimo 65 anni e nessun cumulo degli emolumenti. Sono queste le due regole chiave della proposta di legge presentata oggi in Consiglio da 10 esponenti della maggioranza per regolare le nomine in Regione e negli enti. In calce le firme di Centro democratico, Soberania e Indipendentzia, gruppo Misto e Sel.

La norma è snella: due articoli in tutto con l’obiettivo da farli passare subito all’esame dell’Aula chiedendo alla conferenza dei capigruppo la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del Regolamento consiliare. “Stiamo ponendo le regole per il futuro, perché il mondo è cambiato – spiega Piermario Manca del Partito dei Sardi -. Certo, non è questa la panacea di tutti i mali, ma la proposta di legge vuole rappresentare uno spunto per dare nuove opportunità al ricambio generazionale”.

Secondo Gavino Sale (Irs del gruppo Misto), altro firmatario, “si tratta di un’iniziativa in linea con l’abolizione
del Crel chiesta nei giorni scorso. C’è bisogno di un rinnovamento generazionale, la nuova classe dirigente deve aveere competenze politico-amministrative”. Così, Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico: “Ci sono regole non scritte affinché rimanga tutto com’è. Ma in questa legislatura, su 60 consiglieri 39 sono nuovi: ebbene è arrivato il momento di fare le cose che si dicono spesso tra i cittadini”. Per Paolo Zedda (RossoMori) “oltre all’efficienza richiesta agli operatori serve una macchina amministrativa con l’eliminazione dei privilegi”. Daniele Cocco, capogruppo di Sel, dice: “Sarebbe il caso di prevedere emendamenti per evitare il cumulo di incarichi. Vorremmo rinnovare e non rottamare, valutando tutto in base ai risultati e alle competenze”. Anna Maria Busia (Centro Democratico) ritiene che “i nuovi apporti siano sintomo di democrazia. Serve una rinfrescata alle pareti di questo Consiglio”.

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