Laura Boldrini a politica e sindacati: “Rinnovamento, trasparenza, sobrietà”

È il manifesto politico di Laura Boldrini emerso nella prima giornata della sua visita in Sardegna.

“Vale per i politici, ma anche per i corpi intermedi, tra cui i sindacati: c’è bisogno di rinnovamento, sobrietà e trasparenza“. Laura Boldrini lo ripete ancora alle otto e mezzo di sera, il suo manifesto politico, ribadendo quanto due ore prima aveva detto al Consiglio regionale riunito in seduta plenaria (qui gli interventi del governatore Francesco Pigliaru e del presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau). Ma la Boldrini le stesse parole le ha usate con gli studenti di Scienze politiche (università di Cagliari), incontrati al quinto piano del Palazzo di via Roma. “La democrazia – ha sottolineato  la prima inquilina di Montecitorio – è più forte solo quando ciascuno di noi fa la propria parte”.

È finita così, con appello-invito, la prima giornata sarda della Boldrini: cinque appuntamenti ufficiali, di cui due al Lazzaretto di Cagliari nel quartiere di Sant’Elia, poi la seduta in Aula, il faccia a faccia coi sindacati e la visita al negozio Ariu ceramiche, delle sorelle mogoresi Cristina e Stefania. Ma la terza carica dello Stato ha pure ricevuto una delegazione di lavoratori Legler rimasti senza ammortizzatori sociali.

“La situazione sarda – è il resoconto della Boldrini – risulta drammatica: incontrando cittadini e parti sociali, non ho potuto che confermare i risultati del rapporto Svimez“. Ovvero, un’Isola dove la disoccupazione è al 18 per cento, con punte del 25. Tra i giovani si sale sino al 50. In 350mila vivono in condizioni di povertà.

Insomma, il solito quadro nerissimo per la Sardegna che, tuttavia, “può vantare modelli di successo – ha osservato la Boldrini -. E mi riferisco soprattutto alle imprese al femminile“, con capitane d’azienda che la presidente della Camera vedrà domani sera, al teatro Garau di Oristano, “un incontro con le donne partendo dalle grandi donne di questa Isola”. Il riferimento è tutto per “Eleonora d’Arborea che ha scritto la Carta Delogu, la prima costituzione italiana”, per “Grazia Deledda, premio Nobel” nel ’26 e per “l’artista-tessitrice Maria Lai“. Ovvero le tappe di Oristano, Nuoro e Ulassai che tra domani e domenica segneranno la visita della Boldrini.

Di qui la riflessione sull’Italia di oggi. “La politica è in deficit di fiducia“, ha ricordato la presidente alla massima assemblea regionale. “Per questo le istituzioni devono essere una casa di di vetro, diventando trasparenti e disponibili al controllo da parte dei cittadini. Alla Camera abbiamo infatti avviato una vasta opera di desecretazione di atti prodotti dalle Commissioni d’inchiesta e fin qui non consultabili. Abbiamo cominciato con il caso Alpi, poi i rifiuti, ma anche l’armadio della vergogna che sono stati i crimini nazi-fascisti. Andremo avanti su questa strada, perché è giusto che tutti gli italiani possano conoscere la documentazione relativa a pagine importanti e drammatiche della storia del nostro Paese”. E ancora: “La politica deve uscire dai palazzi, se vuole recuperare la credibilità perduta”.

Ma per altro verso, chiede partecipazione la Boldrini. “Troppo facile lamentarsi e dire che tutto fa schifo – spiega agli studenti di Scienze politiche. Il cambiamento messo in atto dalle istituzioni va colto. Ma soprattutto: dico a tutti voi di impegnarvi in politica. Del resto, se non lo facciamo, qualcuno ci pensa al posto nostro, ma escludendoci dalle scelte. Non si può continuare a dare deleghe in bianco“. Quindi un altro passaggio sulla ricostruzione del rapporto fiduciario tra politica e cittadini: “La Sardegna si sente abbandonata dalle istituzioni centrali, ma la mia visita dimostra che lo Stato c’è e ci sarà. E anzi: laddove il disagio sociale è più forte e più diffuso, serve ancora una maggiore presenza”.

Ad affiancare la Boldrini, in tutta la sua prima giornata nell’Isola, i deputati Michele Piras (Sel) e Caterina Pes (Pd). Il vendoliano torna sulla Vertenza Sardegna e dice: “La gravità della situazione regionale è data prima di tutto dal deficit infrastrutturale che da una parte ci deriva dall’insularità e dall’altra dalla mancata realizzare di opere pubbliche nei territori”. Piras una sua idea di sviluppo ce l’ha: “Compito delle classi dirigenti non è solo rappresentare la crisi, ma anche disegnare percorsi di rilancio. Io dico che la Sardegna deve puntare intanto sulla reindustrializzazione di nuova generazione: significa produrre ambiente, anziché consumarlo, partendo dall’agricoltura e dalla lavorazione di prodotti come la canapa”.

Dalla Pes, che alla Camera è nella segreteria della presidenza, arriva un bilancio della giornata. “Credo che il significato di questa trasferta – chiarisce la deputata Dem – sia inequivocabile: bisogna cogliere le istanze dei cittadini, conoscere le tradizioni e la cultura di una terra, avvicinarsi alle realtà imprenditoriali e confrontarsi con le istituzioni locali. Nei diversi incontri odierni è emerso che i grandi temi della Sardegna sono il lavoro e l’autonomia”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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