L’addio dei civatiani sardi al Pd. Se ne va anche la vicepresidente Marroccu

Dopo il leader sardo Thomas Castangia, lasciano anche la vicepresidente Sara Marroccu e altri 5 componenti della Direzione.

Thomas Castangia, il leader sardo dei civatiani, il suo addio al Pd l’aveva ufficializzato subito, non appena Pippo nazionale salutò il partito (era l’8 maggio). Adesso a lasciare la casa dei Dem sono altri 6 compagni di scuderia, a cominciare da Sara Marroccu, l’ormai ex vicepresidente del Pd isolano, eletta il 15 novembre scorso insieme a Giannarita Mele, in una terna tutta rosa tra minoranza e maggioranza con anche Micaela Morelli.

Le ragioni della scelta sono scritte in una lunga nota, firmata da tutti i dimissionari: oltre la Marroccu, ma anche lo stesso Castangia, ecco Selma Bellomo, Gianni Sanna, Adriano Muscas, Maria Gabriella Cassara e Marco Meloni, tutti componenti della Direzione regionale e adesso da sostituire.

Così la premessa: “Abbiamo atteso oggi – si legge – per comunicare ufficialmente le nostre dimissioni da tutti gli organismi dirigenti del Pd -, visto che in questi giorni era in corso la campagna per le elezioni amministrative e non ci pareva giusto lasciare soli alcuni amici che, pur non condividendo le nostre scelte, avevano deciso di impegnarsi in questa tornata elettorale”. Quindi la sostanza della mossa. “Da domani percorreremo una strada diversa che ci vedrà impegnati nella costruzione di una sinistra moderna e di governo, capace di tornare tra la gente, di avere uno sguardo attento alle diseguaglianze crescenti, di ridare speranza ai tantissimi che si sentono sfiduciati e privi di rappresentanza politica”.

I civatiani leggono poi il dato elettorale. “Le amministrative 2015 – è scritto ancora – ci consegnano un risultato disastroso. Esiste un problema nazionale di credibilità del progetto del centrosinistra, derivante dalla rottura dell’alleanza con cui ci eravamo presentati alle Politiche e dalla involuzione del Pd che si è reso protagonista di politiche che nulla hanno a che vedere con i valori per cui abbiamo sempre militato”.

I dimissionari parlano pure dell’esistenza “di una responsabilità locale nel pessimo risultato di queste amministrative”. In particolare: “L’incapacità della politica regionale, partiti in primis, di uscire dal capoluogo e dai luoghi istituzionali; l’errore di trattare interi territori come province dell’impero in cui fare rapide e fugaci apparizioni durante le contese elettorali; la difficoltà ormai decennale di selezionare le classi dirigenti e le candidature. La sinistra che vogliamo costruire – è la posizione dei civatiani – deve essere diffusa e radicata, capace di leggere i profondi mutamenti della società sarda, meno di palazzo e più di piazza”, quest’ultima intesa non come luogo di protesta, ma come spazio di incontro con i tanti cittadini che della politica e di questi partiti non si fidano più”.

Come noto, si chiama “Possibile” il progetto messo in campo da Civati. “La sinistra che vogliamo costruire – si legge ancora nella nota – deve essere trasparente e coerente, capace di promettere e proporre solo quello che è in grado di mantenere. La sinistra che serve in Italia ed in Sardegna è quella che recupera il senso dell’etica nel fare politica, è quella che rifiuta un rapporto malato con il potere, che considera il Governo come un modo di cambiare la società e migliorare la vita dei cittadini, non la vita di chi si candida a rappresentarla”.

L’addio dei civatiani arriva alla vigilia della Direzione regionale convocata a Oristano già da diverse settimane, ma nel cui ordine del giorno è stata aggiunta l’analisi del voto dopo la triplice sconfitta incassata dal Pd a Nuoro, Porto Torres e Sestu.

Al. Car.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share