Estetiste, parrucchieri, vestiti e scarpe. Covid-19, le deroghe a metà di Solinas

“Dall’11 maggio, nei Comuni dove l’indice di contagio è inferiore allo 0,5, possono riaprire i parrucchieri, i centri estetici, i negozi di scarpe e abbigliamento, le profumerie e le gioiellerie”. Più in generale tutte le attività legate ai servizi alla persona. È questo uno dei punti contenuti nell’ordinanza della Regione annunciata stasera dal presidente Christian Solinas. Il quale ha anticipato i tempi del decreto di Giuseppe Conte in vigore da lunedì 4 maggio. Ma si tratta appunto di una deroga a metà, perché è vincolata al numero dei contagi. Tuttavia resta in piedi il rischio che il provvedimento venga dichiarato illegittimo. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, nei giorni scorsi è stato chiaro, intimando i governatori a non modificare il dettato dell’ultimo Dpcm Conte.

Al netto di eventuali risvolti giurisprudenziali, nel resto d’Italia la riapertura di saloni di parrucchieria e centri estetici è fissata per il primo giugno, mentre i negozi di scarpe e abbigliamento, le profumerie e le gioiellerie possono aprire dal 18 maggio. Solinas ha dunque anticipato di venti giorni il riavvio dei primi e di una settimana quello dei secondi.  Insomma, sotto il profilo strettamente politico il governatore sardo non si è voluto appiattire sulle posizioni di Conte, come nella lettera firmata insieme ad altri governatori del centrodestra, ma nemmeno si è totalmente assunto la responsabilità che il numero dei positivi torni a salire. L’unica vera variazione piena rispetto alle indicazioni romane riguarda è il permettere che si celebrino le messe.

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Resta il fatto che nel caso in cui l’Rt superi lo 0,5, i sindaci hanno l’obbligo di disporre la chiusura di tutte le attività per le quali c’è stata la deroga (parziale) del presidente. Dal 4 maggio, come previsto dal decreto Conte, possono invece riaprire bar e ristoranti, ma solo per l’asporto. “Il consumo non può avvenire in loco”, ha precisato Solinas che ha pure annunciato, ugualmente in linea con le disposizioni nazionali, “la riapertura da lunedì di mercati rionali o a chilometri zero; idem delle attività che vendono prodotti per edilizia, la meccanica, la nautica, il giardinaggio e la cura da animali”.

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Ancora: “Possono riprendere a lavorare i cantieri nautici, le agenzie immobiliari e le concessionarie – ha continuato Solinas -. Ok pure alla tosatura degli ovini, alla pesca sportiva, alla vendita di semi e piante ornamentali, così come quella di giocattoli e calzature per bambini”. Restano invece blindate le spiagge dell’Isola, che lo stesso governatore ha chiuso ad aprile. Ma per i centri commerciali, al contrario, è di nuovo prevista l’opzione dell’apertura domenicale. Quanto alle seconde case, tanto al mare quanto in montagna, possono essere riaperte dai rispettivi proprietari. “Ma a dormire si torna nel proprio domicilio abituale“.

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In serata a protestare contro il governatore del Psd’Az sono stati pure i sindaci, attraverso il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana. Il casus belli ruota intorno al fatto che Solinas ha delegato ai primi cittadini una serie di compiti, tra cui la chiusura delle attività commerciali nel caso in cui nei Comuni l’indice di contagio salga oltre lo 0,5. Ma con le fasce tricolori non ha avuto alcuna interlocuzione. “Sarebbe buona prassi consultarle”, ha scritto Deiana su Facebook. (al. car.)

 

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