Covid-19, sindaci sardi contro Solinas: “Decisioni prese sopra la nostra testa”

Non solo i vescovi della Cei, furenti per la decisione del governatore sardo di autorizzare le messe senza consultarli. A due ore dalla fine della conferenza stampa con la quale Christian Solinas ha anticipato i contenuti della nuova ordinanza regionale sulle misure anti-Covid, al capo della Giunta isolana hanno qualcosa da rimproverare anche i sindaci dell’Anci Sardegna, l’associazione dei Comuni.

Tutta ruota intorno al ruolo che le fasce tricolori devono avere nella gestione della Fase 2. Stando a quanto detto da Solinas, i primi cittadini devono predisporre le aperture di parchi e giardini, così quella dei mercati rionali. Ugualmente diventa una competenza dei Comuni di chiudere le attività commerciali che ripartono in anticipo rispetto al calendario nazionale (perché così ha deciso il governatore), qualora si raggiunga nei territori municipali un indice di contagio superiore allo 0,5. Ma i sindaci, ai quali è affidato anche il compito di decidere i tempi delle ripartenze, non ci stanno.

A parlare per tutti è il presidente di Anci, Emiliano Deiana. Che premette: “Prima di commentare occorre leggere l’ordinanza del presidente della Regione nella sua completezza formale. Pur tuttavia, quando si assumono atti che investono la responsabilità di altri soggetti istituzionali, ovvero i Comuni e i sindaci, sarebbe buona prassi consultarli”. Deiana ha scritto così in un post pubblicato su Facebook. “Adesso – ha precisato ancora il presidente – aspettiamo il testo. Poi ciascuno eserciterà la propria responsabilità. Con prudenza, discernimento e senso di responsabilità”. (al. car.)

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