Coronavirus, Solinas dà l’ok alle messe. Ma i vescovi: “Decidiamo noi, non lui”

La crisi ‘diplomatica’ è arrivata a stretto giro. Un’ora dopo l’annuncio di Christian Solinas, che ha inserito il via libera alla celebrazione delle messe nella nuova ordinanza, è arrivato lo stop dei vescovi sardi. Così ha detto all’Ansa il presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Antonello Mura.

Dunque, la mossa di Solinas di strizzare l’occhio alla Cei anticipando le altre regioni sulla possibilità per i preti di dire messa, non incontra i favori del clero isolano. Anzi. Al momento ha tutta l’aria di essere un boomerang la strategia del governatore di sconfinare nel campo del sacro. “I vescovi sardi – ha detto Mura – pur apprezzando l’attenzione che il presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa di oggi verso l’apertura delle chiese alle celebrazioni eucaristiche, si riservano di leggere e valutare il testo dell’ordinanza regionale”. Il monsignor, sempre parlando a nome di tutti i prelati, ha fatto notare che “non sono stati consultati precedentemente”, sebbene “decisioni di questo tipo competano unicamente all’Autorità ecclesiastica”.

Solinas, di certo, non si è mosso da solo nell’inserire il via libera alle messe nella nuova ordinanza. Sono infatti noti i suoi legami col clero sardo, ambiente in cui il governatore si muove con molta disinvoltura. Solinas sicuramente sapeva che il premier Giuseppe Conte stava continuando a trattare con la Cei nazionale, nella persona del presidente Gualtiero Bassetti. Tanto che verso le 20 su WhatsApp ha preso a girare un documento in cui lo stesso numero uno del Conferenza annuncia la bozza di accordo col presidente del Consiglio. In questo solco Solinas potrebbe essersi inserito. Rimediando, però, al momento, una vera e propria sberla istituzionale. (al. car.)

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