Comunali, il centrosinistra va alle urne. Primarie a Cagliari, forse si vota il 28

L’accordo sul nome unico non è arrivato e la coalizione di centrosinistra ha deciso che saranno i cagliaritani a scegliere chi dovrà essere il candidato sindaco per cercare di riprendere la fascia tricolore abbandonata da Massimo Zedda. Oggi si è tenuto il vertice decisivo, il primo dopo che la Regione ha fissato al 16 giugno le Amministrative, e si è deciso – come ormai sembrava ovvio – di ricorrere alle Primarie. Non è stato chiuso l’accordo sulla data, le Primarie potrebbero arrivare domenica 28 aprile ma c’è anche l’alternativa del 5 maggio. Nei prossimi giorni saranno formalizzate le candidature.

La prima a scendere formalmente in campo era stata Francesca Ghirra di Campo progressista, seguita dal Dem Matteo Lecis Cocco Ortu, ma sono tanti i nomi che circolano come quelli di Anna Maria Busia del Centro democratico, dell’ex leader della ‘Quinta A’ Paolo Matta e del consigliere regionale Pd Piero Comandini.

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Tra le prime reazioni, dopo le decisioni prese al vertice, c’è stata quella del Centro democratico che ha proposto di allargare il tavolo alle forze politiche che nel 2014 contribuirono alla vittoria di Pigliaru e del centrosinistra alle Regionali. “Noi di Centro democratico Sardegna crediamo vada ricostruita la coalizione del 2014 che si presentò alle elezioni regionali. Il buon senso e le buone intenzioni, oltre ad una seria analisi del risultato elettorale delle ultime regionali, deve servire per superare le divisioni create da una cattiva gestione del passato – si legge in una nota del nuovo coordinatore regionale Cd, Alessio Marotto -. Nuove dirigenze, nuove idee si possono ben saldare intorno ad un programma per Cagliari che, facendo tesoro del passato, guardi all’oggi e al futuro”.

Secondo il Centro democratico per sperare di vincere bisogna aggiungere posti a tavola. “Le aree autonomistiche ed espressioni della società civile attiva della politica sarda non possono non essere coinvolte nel progetto di governo del capoluogo della Sardegna – conclude Marotto – dai Rossomori al Partito dei sardi e ad Autodeterminatzione, fino a nuove realtà civiche che si sono imposte all’attenzione della politica sarda”.

Marcello Zasso

 

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