“Sono io il candidato governatore“. L’annuncio dato l’altro ieri da Ugo Cappellacci ha accentuato le tensioni interne al Pdl e tra il Pdl e gli alleati. Ma il deputato Salvatore Cicu non ha ancora abbandonato l’idea di assumere il ruolo del mediatore.
Cicu ha scritto una lettera ai protagonisti dello scontro interno invitandoli a discutere serenamente. Attorno a un tavolo. “Se non altro, la finiremmo con questo clima di sospetti e inganni, aggravato dal populismo e da un certo folclore politico”. Considerazione, peraltro, che suona come una frecciata a proprio a Cappellacci (e a Mauro Pili).
L’unico apparentemente sereno è il governatore in carica. Per lui “la scelta del candidato è un fatto automatico”. Nel senso che considera scontata la sua nuova corsa, in quanto presidente uscente.
Di certo, parrebbe che all’Udc e ai Riformatori piaccia moltissimo Emilio Floris, l’ex sindaco di Cagliari, oggi senatore: sul suo nome potrebbe essere trovato l’accordo unitario, così almeno sperano i centristi e i liberl democratici.
Poi c’è l‘incognita Mauro Pili: il deputato, nella sua veste da rivoluzionario, continua a girare l’Isola e a sposare tutte le cause irrisolte da decenni, problemi a cui nemmeno Pili ha saputo dare risposte, quando è stato presidente della Regione. Fatto sta che il parlamentare berlusconiano sta pensando a un polo sovranista di centrodestra, guidato dal suo movimento Unidos. Il dialogo è aperto con frange dei Riformatori (su tutti l’ex assessore al Turismo Roberto Frongia), ma anche con “Fare per fermare il declino” (in Sardegna il coordinatore è Franco Turco) e Fortza Paris.
L’annuncio di Cappellacci aveva suscitato l’immediata reazione, sarcastica, Mario Diana, capogruppo in consiglio regionale di ‘Sardegna è già domani’ (“Attendiamo ora di conoscere il candidato del Pdl”) e una puntualizzazione di Franco Meloni, vicecoordinatore regionale dei Riformatori (“Non c’è alcuna intesa in maggioranza né sulla coalizione né sul candidato presidente per le prossime regionali”).