Asl unica, nomina del direttore: la “lobby sarda” all’attacco di Arru

Sono giorni delicatissimi per la maggioranza di centrosinistra: la nomina della Dg alla Asl unica è una posta in gioca altissima e foriera di scontri.

Si è fatta incandescente la trattativa per la nomina del Dg alla Asl unica (Ats). Ieri Sardinia Post ha dato notizia della “lobby sarda”, ovvero la cordata di partiti che vorrebbe un direttore generale isolano per non perdere il controllo della sanità. E questo di contro alla posizione dell’assessore Luigi Arru che, invece, punta su un manager del ‘continente’ per ragioni opposte: strappare la gestione degli ospedali alla politica. Una posizione, questa, che ad Arru potrebbe costare la poltrona da assessore: l’esponente della Giunta si sta rivelando una figura scomoda rispetto alle logiche interne alla maggioranza di centrosinistra.

Il Dg sardo che fa al caso della lobby è, come noto, Giorgio Sorrentino, attuale commissario dell’Azienda mista Aou di Cagliari. Sul suo nome non si opporrebbero né le correnti dem di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai, né il Partito dei Sardi, Sel, Centro Democratico, RossoMori e Upc, tutte saldate in questa partita. Sorrentino, infatti, si presenta come una figura dal profilo tecnico: non ha tessere di partito, sebbene di area progressista. E anzi deve l’inizio della sua carriera a Franco Meloni, quota Riformatori, quando quest’ultimo era direttore generale al Brotzu negli anni Novanta: Sorrentino allora faceva il medico del lavoro all’Enichem e Meloni lo scelse come ispettore sanitario.

Naturalmente per la “lobby sarda” il tema dell’affidabilità del nuovo manager non è argomento da dichiarazioni ufficiali. Anzi. Parlando di Sorrentino i suoi sostenitori fondano il loro appoggio su un ragionamento altrettanto tecnico: in ambienti Pd si dice che la nomina di Sorrentino all’Azienda ospedaliero universitaria sia stata una scelta del mondo accademico, quindi del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Sui quali, da settimane, i partiti sta facendo pressing perché convergano sul suo nome come Dg della Asl unica.

Arru continua a difendere la propria logica non spartitoria della sanità. L’esponente della Giunta ci ha provato prima con l’indicazione di Francesco Nicola Zavattaro, bocciato da sette assessori su dodici nella seduta del 31 agosto scorso. Vero che il suo curriculum mostra qualche zona d’ombra (leggi qui), ma è stato posto anche il tema della non sardità. Zavattaro poi – e siamo al terzo motivo di contestazione – sarebbe diventato Dg alla Asl di Lanciano Vasto Chieti su indicazione da Forza Italia.

Oggi emerge pure la bocciatura di preventiva di un altro nome che aveva appena cominciato a circolare: è quello Carmelo Scarcella, attuale Dg alla Asl di Brescia, dove è nato 60 anni fa: anche il suo mancato gradimento è legato sia alla non sardità che a ragioni politiche. Si tratta di un manager ascrivibile al centrodestra (nell’azienda del capoluogo lombardo è stato indicato da An-Fdi).

Sulla carta i requisiti per fare il Dg della Asl unica li avrebbe un terzo candidato del ‘continente’, Pietro Grasso, ex Dg al Gemelli di Roma, ugualmente non preso in considerazione dalla “lobby”. Diverso il caso di Graziella Pintus, attuale commissaria al Brotzu e vicina a Sel: ma dopo che il partito di Luciano Uras ha preso in mano la Sfirs con l’avvocato Paolo Sestu, è impossibile che una forza all’8 per cento di consensi possa vedersi assegnare la prima poltrona della Asl unica.

All’assessore Arru, in queste ore, si sta imputando anche il debole avvio del piano di rientro triennale 2016-2018, da 350 milioni, col quale azzerare parte del debito della sanità regionale. Ma va pure detto che gli attuatori del piano sono tutti di nomina politica: si tratta dei commissari sardi (qui l’elenco) indicati dai partiti, come si vorrebbe fare adesso con il manager della Asl unica.

La scelta del Dg sta dunque rappresentando il punto più alto dello scontro nel centrosinistra. Uno scontro che coincide con il rimpasto della Giunta confermato lunedì da Pigliaru. Si aggiunga la guerra nel Pd sardo: Arru nell’Esecutivo è una scelta del governatore, tuttavia viene considerato vicino all’eurodeputato Renato Soru, ai ferri corti con le correnti Cabras, Fadda, Lai.

Fino a ieri sembrava che il nome del direttore generale dovesse arrivare in settimana. Invece l’ipotesi si sta allontanando. È più probabile che Pigliaru voglia attendere il nuovo vertice di maggioranza programmato per lunedì prossimo. La scelta del presidente non sarà indolore: la posta in gioco è troppo alta per non lasciare strascichi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share