Accantonamenti, è ancora battaglia: Governo impugna finanziaria regionale

Continua la battaglia a distanza tra Governo e Regione sugli accantonamenti. Il Governo ha impugnato l’ultima Finanziaria della Giunta regionale della Sardegna guidata dall’uscente Fracensco Pigliaru. Nella manovra 2019 non sono infatti stanziati i 285 milioni di euro di accantonamenti, cioè il contributo delle Regioni a Statuto speciale per la copertura del debito pubblico, previsti nella legge di stabilità nazionale a carico della Sardegna.

La decisione odierna del Consiglio dei ministri non rappresenta certo una sorpresa. Quando ad ottobre la Giunta Pigliaru decise di non prevedere in finanziaria i 285 milioni, era perfettamente consapevole che il Governo avrebbe fatto ricorso. Ma aveva comunque deciso di non considerarli, ritenendoli fossero dovuti ma non assegnati. Una posizione, questa, avvalorata anche dalla sentenza della Corte Costituzionale dell’11 gennaio scorso in cui si sollecitava lo Stato a restituire la stessa quota versata dalla Sardegna, ma per il 2018. Impugnato dal Governo anche il bilancio di previsione triennale 2019-2021, “in quanto alcune previsioni sono prive della preventiva copertura finanziaria e violano pertanto l’articolo 81 della Costituzione”.

Si tratta dell’ennesima puntata della vertenza accantonamenti. Quella precedente risale al 25 febbraio, il giorno dopo il voto delle regionali, quando la Giunta Pigliaru è stata convocata a Roma dal premier Conte per avviare la trattativa sull’ammontare del contributo della Sardegna alla finanza pubblica. Quello di lunedì al Mef è stato un incontro tecnico al quale hanno partecipato, per il Governo, il dirigente della Ragioneria generale dello Stato, Salvatore Bilardo, il capo di Gabinetto del Mef, Luigi Carbone, il capo dell’ufficio legislativo delle Finanze, Glauco Zaccardi; per la Regione, la direttrice generale dell’assessorato al Bilancio, Marcella Marchioni. Secondo quanto apprende l’Ansa, in quella riunione il Governo ha preso atto della sentenza della Consulta dell’11 gennaio che prevede la restituzione alla Sardegna dei 285 milioni versati nel 2018.

Tuttavia, sarà difficile riaverli indietro tutti. La Regione, per ottenerne la restituzione, proprio pochi giorni prima delle elezioni regionali, ha depositato in tribunale a Cagliari un ricorso – firmato dal costituzionalista romano Massimo Luciani e da Alessandra Camba, direttrice generale dell’Ufficio legale in Regione – aprendo, per la prima volta nella storia autonomista, una causa civile contro il Governo.

Adesso arriva l’impugnazione della Finanziaria regionale e del bilancio di previsione 2019-2021 da parte dell’Esecutivo nazionale, mentre la Regione aveva precedentemente impugnato la manovra di bilancio nazionale. Il prossimo incontro è fissato per martedì 5 marzo alle 14.30. Obiettivo: arrivare ad un accordo sul contributo della Regione alla finanza pubblica che tenga conto dei criteri indicati dalla Corte nel pronunciamento di gennaio, in primo luogo la condizione di insularità. Il Governo ha anche ribadito il termine entro il quale dovrà essere raggiunta obbligatoriamente l’intesa: il 15 di marzo. Tuttavia, i dirigenti dell’assessorato regionale hanno fatto notare che per quella data, molto probabilmente, ancora non si sarà insediata la nuova Giunta di Christian Solinas.

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