Consulta boccia nomine di Solinas. Ma ecco chi ha i titoli ‘veri’

Per diventare direttori generali della sanità bisogna essere iscritti all’elenco nazionale. Punto e basta. Le scorciatoie degli albi regionali sono atti fuori legge. Alla Giunta di Christian Solinas lo ha ribadito la Corte Costituzionale che ieri, attraverso la sentenza 209, ha cassato tre articoli della legge 11 del 2020, tra cui quello che ha istituito la lista sarda fatta di manager con meno titoli rispetto ai requisiti richiesti dalla normativa italiana.

La legge 11 è la riforma della sanità approvata dal Consiglio regionale, coi soli voti del centrodestra, lo scorso settembre. Il riordino, che viaggia con un anno di ritardo rispetto alla tabella di marcia, riporta la sanità dell’Isola al 2015: le Assl volute dal centrosinistra di Francesco Pigliaru riprendono la forma delle Asl, anche se nella sostanza cambia poco perché l’assistenza medica e ospedaliera continuerà a essere gestita da una sorta di azienda unica chiamata Ares anziché Ats (ora in liquidazione).

Fatto sta che dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale viene fuori un dettaglio non secondario: al centrodestra di Solinas piacciono i manager con meno titoli, visto che i commissari riconfermati lo scorso 1° novembre sono stati presi in buona parte dall’albo di serie B, quello sardo, anziché dall’elenco nazionale, l’unico che ha invece valore. Sulle dodici nomine fatte l’altra settimana dalla Giunta, sette – pari al 58 per cento – non sono ‘regolari‘, stando a quando messo nero su bianco dai giudici della Consulta.

Nell’elenco nazionale, aggiornato al 2020, ci sono 1.226 nomi (alla fine dell’articolo il documento completo). Da una prima lettura, i sardi sono 42. Ma quando si è trattato di scegliere i commissari delle Assl, il centrodestra ha preferito le amicizie ai titoli, a ben vedere, la vicinanza ai partiti, vista l’invenzione dell’albo regionale cassato dalla Consulta.

La scorsa settimana sono stati riconfermati intanto gli otto commissari delle Assl. Di questi solo uno, Flavio Sensi, alla guida dell’Azienda socio-sanitari di Sassari, è presente nell’elenco nazionale; tutti gli altri erano stati ‘ripescati’ da Solinas e alleati nel mini albo sardo. Ovvero: Bruno Simola a Cagliari, Gianfranco Casu nel Sulcis, Alessandro Baccoli nel Medio Campidano, Gianfranco Cossu a Oristano, Ugo Stochino in Ogliastra, Gesuina Cherchi a Nuoro e Francesco Logias in Gallura. Regolari, invece, le riconferme di Agnese Foddis all’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari; di Simonetta Cinzia Bettelini all’Areus; di Massimo Temussi all’Ats-Ares; di Paolo Cannas al Brotzu.

Eppure per fare il Dg nella sanità sarda i titolati come legge comanda non sono pochi. Scorrendo l’elenco nazionale, ecco intanto Marcello Acciaro, l’amico di Solinas che a gennaio 2021 è stato messo fuori gioco dall’Anac, l’Autorità nazionale per l’Anticorruzione, ma poi è stato ripescato due mesi dopo dalla leghista Bettelini con un bizzarro doppio passaggio che ha toccato prima la Valcamonica (leggi qui).

Vista la mole di nomi che compone l’elenco nazionale, nei prossimi giorni Sardinia Post farà una seconda verifica sui 1.226 professionisti iscritti per capire se ci sono altri dirigenti medici che lavorano negli ospedali dell’Isola, oltre i 42 di cui parliano in questo articolo. Ma è certo pure l’inserimento di Eugenio Annicchiarico, manager dell’Aspal, l’Agenzia regionale per l’occupazione, a lungo Dg nell’assessorato regionale al Lavoro. Il terzo nome sardo è quello di Maria Antonierra Barracciu, dirigente medica di Radiologia al Binaghi di Cagliari. Ecco ancora Giuliana Campus, stessa qualifica all’Unità spinale dell’ospedale Marino, sempre nel capoluogo.

L’elenco continua con Giorgio Carboni, nefrologo in servizio a Sanlurui; Grazia Cattina, ex direttore della Assl di Nuoro; Simonetta Maria Cherchi, dirigente veterinaria alla Asl 2 di Olbia; Ottaviano Contu, primario di Radiodiagnostica a Tempio; Antonello Cossu, stessa qualifica in Medicina interna a Oristano; Antonio Francesco Cossu, ex direttore del presidio ospedaliero di Ozieri; Franco Cudoni, primario di Oropedia a Sassari; Pietro Delogu, dirigente di Areus; Giuseppe Dessì, primario di Ortopedia al Brotzu; Maria Cristina Garau, dirigente medica di Laboratorio analisi; Maria Francesca Ibba che all’Ats guida l’Area delle professioni sanitarie; Andrea Marras, ex direttore sanitario a Sassari; Maria Valentina Eugenia Marras, a capo del servizio Igiene, epidemiologia e sanità pubblica dell’Ats.

Nell’elenco ci sono ancora Roberto Massazza e Luigi Mascia, entrambi del Brotzu: l’uno è il Risk manager, l’altro il primario di Chirurgia pediatrica. Ancora: Marcello Mocci, dirigente medico di Radiologia a Oristano; Alberto Mura, direttore del servizio di Medicina convenzionata a Lanusei; Antonio Onnis, manager molto gradito al centrosinistra che lo nominò alla guida dell’Assl di Sanluri; Luciano Giovanni Oppo, a capo del dipartimento Risorse umane dell’Ats; Giuseppre Pintor, passato all’Inail, ma ex commissario dell’Aou di Sassari nonché capo di gabinetto dell’ex assessore Luigi Arru; Carlo Porcu, dirigente dell’Asl 1 di Sassari.

Ancora: Paola Raspitzu (Assl di Nuoro); Sandro Rolesu (Nuoro); Vincenzo Serra (Areus); Angelo Maria Serusi (Nuoro); Antonio Solinas (Sassari); Giorgio Sorrentino, ex capo dell’Aou di Cagliari silurato per la partecipazione al pranzo di Sardara e indagato dalla Procura di Cagliari con l’accusa di peculato; Antonio Lorenzo Spano, commissario all’Aou di Sassari, cugino di Temussi (leggi qui). L’elenco nazionale continua con Giorgio Steri, altro manager di peso della Sanità isolana. Ecco poi Paolo Tecleme che col centrosinistra ha guidato la Assl di Olbia. C’è anche Antonio Tognotti, dirigente amministrativo all’Ats.

I titoli per fare il Dg di una Asl li ha pure Marcello Tidore, l’attuale direttore generale nell’assessorato alla Sanità, uno dei papabili per entrare nella terna dei capi dipartimento, nuova figura apicale della Regione prevista attraverso la legge sui maxi staff. Nella lista comprare pure Ennio Filigheddu, il direttore amministrativo del Brotzu riconfermato anche lui il 1° novembre. Manca invece Raimondo Pinna, il direttore sanitario che ugualmente starà in carica sino al 31 dicembre.

Tra i manager non sardi della sanità presenti nell’elenco nazionale e che nell’Isola hanno lavorato ci sono Gino Gumirato, scelto per la Asl 8 ai tempi di Renato Soru governatore, e Fulvio Moirano, il general manager dell’Ats. In lista pure Giuseppe Maria Sechi, che ha fatto il percorso inverso, dalla Sardegna è andato in Lombardia. Sechi ha fatto il Dg della Sanità ai tempi di Arru.

Alessandra Carta

Ecco l’elenco nazionale dei Dg nella sanità

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