Abbanoa, c’è il nuovo Dg: arriva da Bergamo. Ma Solinas non molla ipotesi di privatizzazione

Il nuovo Dg di Abbanoa prende servizio lunedì. In viale Diaz a Cagliari, quartier generale della spa sarda dell’acqua, arriva Stefano Sebastio, uno che la materia idrica la mastica alla perfezione avendo ricoperto lo stesso incarico nel gestore del servizio a Bergamo, la Uniacque. Intanto resta il nodo delle quote in mano alla Regione, quel 70,94 per cento di capitale che eccede i vincoli di legge. Christian Solinas ci sta lavorando da un anno alla cessione, ma cavalcando un’ipotesi cara ai Riformatori che già nel 2019 volevano fare carne di porco della società: il presidente anziché dare le quote ai Comuni è disposto a privatizzare. Ma in questi casi, a tutela dei consumatori viene in soccorso la normativa: serve una gara di evidenza pubblica per togliere Abbanoa dal controllo degli enti locali. E prima ancora una delibera di Giunta.

Il nuovo Dg Sebastio va a occupare una casella che nella spa sarda è libera da febbraio 2022, quando il direttore generale designato, Enrico Maria Peruzzi, rinunciò prima di cominciare perché a suo carico aveva un processo, accusato con altre sei persone di aver truccato alcuni bandi per posizioni dirigenziali nel Comune di Legnano. Era così scattato l’altolà. Con una particolarità: in questi quattordici mesi, Franco Piga, il presidente del Cda, non ha mai ceduto alle pressioni né alle sponsorizzazione su questo o quel manager. Sebastio approda in Abbanoa sulla base del curriculum. Dietro il nuovo Dg non ci sono spinte politiche.

La stessa modalità è stata usata qualche tempo fa quando il capo del Personale è diventato Umberto Vena, anche lui un forestiero con curriculum robusto: prima di arrivare in Abbanoa, il dirigente ha lavorato in Terna, colosso nazionale nella trasmissione dell’energia elettrica, dove si è occupato sia di Risorse umane che di Gestione amministrativa. Del resto, dopo Gabriele Racugno e il Dg Fernando Ferri, frutto di una gestione sfiduciata dai Comuni-azionisti, la spa dell’acqua aveva la necessità di uscire dalle cattive acque nella quale era finita. Racugno venne imposto da Solinas, anche se tra i due finì con una furibonda litigata. Contro Abbanoa l’avvocato di Cagliari ha anche promosso un’azione civile davanti al Tribunale delle imprese. La partita ruota intorno agli emolumenti che l’ex presidente si era autoassegnato, ma non gli erano dovuti in quanto pensionato. C’è poi un fascicolo aperto dalla Procura di Cagliari per abuso d’ufficio e una procedura per danno erariale decisa dalla Corte dei conti.

Ferri, ex manager di Saras, fu fortissimamente voluto in Abbanoa dal fondatore di Sardegna 20venti, il consigliere regionale Stefano Tunis. La legislatura era agli inizi. Tunis era in quel tempo l’onorevole più ascoltato nel centrodestra, con Solinas si vedeva quotidianamente, prima che il governatore gli preferisse il sardista Nanni Lancioni, diventato il più fidato consigliere. Ferri venne scelto come amministratore delegato e si era assegnato il doppio incarico di Dg, sommando 200mila euro di compensi: (160mila euro più 40mila). Poi aveva battuto la ritirata.

Adesso c’è da risolvere la faccenda dell’eccesso di quote in mano alla Regione, tema su cui la prima parola ce l’hanno ancora i Riformatori, visto che la supervisione di Abbanoa è passata dai Lavori pubblici agli Enti locali, la nuova delega che i liberaldemocratici hanno preso in Giunta col rimpasto di novembre 2019. Da Palazzo filtra che pure a Solinas piaccia l’ipotesi di un azionista di maggioranza privato. Al momento il governatore non ha chiuso alcun cerchio. Ma per come sinora sono andate le cose in Abbanoa, a cominciare dalla bocciatura sonora di Racugno e Ferri, l’attenzione dei sindaci-azionisti è massima. Anche perché nessuno dimenticata, nel 2020, il tentativo dei Riformatori di affossare la spa dell’acqua. Tant’è: la guida Piga in questi anni ha dovuto mettere pezze ovunque, e sempre in accordo massimo con gli organi di controllo interni ad Abbanoa.

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