Fernando Ferri, l’amministratore delegato di Abbanoa, il primo nella storia della spa nominato lo scorso luglio in quota Sardegna Venti/20, stamattina si è autovotato come direttore generale. Ma è anche consigliere del Cda. Così nella società dell’acqua per lui sono tre incarichi. Il provvedimento sull’assegnazione della poltrona da Dg a ha incluso la decisione sul compenso, pari a 160mila euro, annui e lordi.
Ferri, ex manager di Saras portato in Abbanoa dall’onorevole Stefano Tunis, ha votato se stesso come Dg nel corso di una seduta del Cda, di cui, come detto, è componente insieme al presidente Gabriele Racugno e all’altro consigliere Franco Piga. Il quale, visto il siparietto dei colleghi, ha abbandonato la riunione in segno di protesta. Racugno, invece, si è espresso favorevolmente per dare a Ferri il terzo incarico.
Sulla carta il verbale della seduta non ha bisogno di ulteriori passaggi. Né di sigilli. Ma è evidente che sotto il profilo etico una scelta di questo tipo non può passare. Anche perché Ferri andrebbe a prendere 200mila euro annui e lordi. Di cui 40mila come Ad e consigliere, più appunto i 160mila euro da direttore generale.
Martedì 15 dicembre è fissata l’Assemblea dei soci. Ferri e Racugno sembrano intenzioni a portare il provvedimento all’attenzione dei Comuni-azionisti. Dati sul piede di guerra per altre ragioni. Vuol dire che da qui all’inizio della prossima settimana c’è il tanto per nuove puntate sulle mirabolanti decisioni dei vertici Abbanoa. Scelti dal centrodestra di Christian Solinas, visto che la Regione è il socio di maggioranza con il 70,94 per cento di quote.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)
