Abbanoa, il disastro del centrodestra: veleni e colpi bassi nella spa dell’acqua

Un capolavoro. Di inefficienza. Passati sei mesi e spiccioli dalla nomina del Cda in Abbanoa, il centrodestra si ritrova in braghe di tela nella gestione della più grande spa della Sardegna a capitale pubblico. Ieri dal Cda si è dimesso Franco Piga, che da luglio combatteva in solitudine contro l’asse tra il presidente Gabriele Racugno e l’altro consigliere dimissionario, Fernando Ferri, ex manager di Saras che dal 22 gennaio scorso non è più amministratore delegato. Da pochi giorni ha rinunciato pure al terzo incarico, da direttore generale.

Ma andiamo con ordine. Piga si è chiuso la porta di Abbanoa alle spalle vuotando il sacco con una lettera. Una lunga riflessione che è valsa un j’accuse pesante nei confronti delle decisioni prese sinora da Racugno e Ferri. Perché in Abbanoa la triade del centrodestra non c’è mai stata: Piga non ha mai accettato di piegarsi ai diktat degli altri due colleghi che, si è visto col passare dei mesi, non rispondevano più al presidente Christian Solinas, ma al disegno gestionale messo in campo da Roberto Frongia.

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Il primo problema del centrodestra alla guida di Abbanoa è stato proprio questo: la maggioranza ha messo le mani sulla spa dell’acqua senza aver concordato prima un piano di comune. Con un’aggiunta: sino a quando c’era Frongia, morto appena prima di Natale, il gioco ha retto. Perché l’ex assessore si è sbarazzato prima dell’ex Dg Sandro Murtas e poi ha portato dalla sua Racugno, il quale nel frattempo era stato scaricato da Solinas proprio per l’assenza di fedeltà, malgrado sia stato il governatore a ‘regalargli’ la presidenza della società.

Non è tutto: lo scontro nel centrodestra è destinato a fare morti e feriti in Abbanoa perché la partita del muro contro muro non si è limitata all’opposizione tra ‘modello Frongia’ e ‘modello Solinas’. La situazione si è complicata perché Sardegna 20venti, col suo fondatore e consigliere regionale Stefano Tunis, ha fatto il passo più lungo della gamba,. Tunis, che pure a inizio legislatura godeva di un rapporto privilegiato con Solinas, si è unito a Frongia e ha provato a fare lo sgambetto al capo della Giunta sarda.

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In tutto questo scomposto gioco di potere, Piga, in questi sei mesi, ha cercato di costruire un argine. Ma i meccanismi sono saltati. Lo dimostrano in primo luogo le dimissioni di Ferri che, furbescamente, è uscito del tutto dalla spa in due mosse. Prima ha mantenuto una gamba in Abbanoa attraverso l’incarico da Dg che a dicembre si era assegnato grazie al suo voto e quello di Racugno. Poi ha detto addio a tutto.

È evidente che in Abbanoa ci sono manovre che non tornano. La sensazione è che Ferri e Racugno siano meno lontani di quanto sembra. Non è un caso che i Riformatori, lo stesso partito di Frongia, ancora non abbiamo trovato il successore dell’assessore deceduto. Ma soprattutto: il partito di Massimo Fantola è difficile che accetti di non battere cassa sul bilancio della società, secondo il piano che aveva lo stesso Frongia. A sua volta in campo col beneplacito di Fantola.

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In questi sei mesi in Abbanoa tutto è stato mosso col solo obiettivo di stralciare dal documento contabile i cosiddetti conguagli regolatori, che sono i crediti sui consumi. Una loro cancellazione farebbe andare in perdita la società, di nove milioni, quando invece Abbanoa potrebbe chiudere con un utile di dieci. Una bella differenza.

Il lato positivo di questa bagarre tutta politica è che i sindaci, al contrario della classe dirigente regionale, hanno un interesse molto più diretto. Essendo i Comuni gli azionisti della spa, le fasce tricolori sentono forte la responsabilità di salvaguardare i conti di Abbanoa, quindi i soldi dei cittadini. Sul fronte Regione, socio di maggioranza con oltre il 70 per cento di quota, si ragiona in modo diverso, pensando che tanto ‘paga Pantalone’.

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Proprio in virtù di questo approccio, tanto differente quando civicamente sostanziale, la strategia ambigua di Riformatori, Racugno e Sardegna 20venti potrà trovare un argine proprio nei primi cittadini. L’Assemblea è convocato per il 16 febbraio, dopo due slittamenti. Solinas ha scelto come rappresentante della Regione un suo fedelissimo, l’assessore all’Urbanistica, Quirico Sanna. Il quale può provare a tenere la barra dritta della spa solo se fa una mossa: costruire prima dell’appuntamento una solida alleanza coi sindaci. Possibilmente trasversale.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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