Ancora una volta pazienti oncologici in fila, in piedi, fuori dall’ospedale Businco di Cagliari sperando di poter effettuare i controlli per salvarsi la vita. Lo denunciano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti delle associazioni Socialismo diritti riforme, Mai più sole contro il tumore ovarico, Fidapa Cagliari, Tribunale del malato, Lilt e Adiconsum regionale.
“Il compito di evitare questi disagi è della direzione sanitaria dell’ospedale. Invece – questa l’accusa mossa ai vertici del nosocomio – ancora una volta mancano la volontà e la capacità di dare risposte adeguate ai bisogni. Ottanta persone in fila, ma anche la metà, nelle prime ore della giornata, sono uno scempio che non si può vedere”.
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C’è poi un altro problema. “Abbiamo più volte fatto notare – asseriscono le associazioni – che il cancro non si ritrae per il coronavirus. Non declina l’aggressività ma progredisce senza soste e può portare alla morte. Per questo abbiamo chiesto da subito di non sospendere le attività ambulatoriali e di controllo ma di fare tutto in sicurezza, come avviene altrove. Adesso ci ritroviamo punto e a capo con persone fragili che subiscono disservizi nel disinteresse generale”.
Ancora all’attacco. “Siamo anche in attesa che venga attivato – osservano – il centro per la chemioterapia nello spazio dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Un meritorio progetto pubblico, voluto dall’Ats, che darebbe ulteriori garanzie di cure ai malati oncologici. Non vorremmo però, e i ritardi dopo l’iniziale positivo slancio ci preoccupano, che l’iniziativa sia vanificata da interessi che trascendono i bisogni dei pazienti”.
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