La sanità perduta dei malati oncologici: “Ritardi su terapie e in sala operatoria”

La qualità complessiva dell’oncologia in Sardegna è peggiorata. Non hanno dubbi i rappresentanti delle associazioni di malati che hanno incontrato la commissione Sanità del Consiglio regionale per fare il punto sull’assistenza e le cure. A pesare è soprattutto la scelta fatta dalla precedente Giunta, guidata da Pigliaru, assieme all’assessore Luigi Arru, di accorpare alcune strutture come il Brotzu e l’ospedale Businco. Davanti al parlamentino presieduto da Domenico Gallus, hanno parlato Maria Grazia Caligaris di Socialismo, diritti e riforme, Alfredo Schirru della Lilt di Cagliari, Francesca Pisu di Sinergia territoriale, Salvatore Piu di Cittadinanza attiva, Vanna Fenu del Comitato ex pazienti di Decimomannu, Giorgio Vargiu di Adiconsum e Mercedes Licheri della Lilt di Oristano. Il filo comune riguarda la necessità di migliorare il rapporto con le istituzioni regionali, chiamate a dare risposte, punti di riferimento e prospettive ai malati oncologici, aprendosi di più al contributo propositivo e qualificato dell’associazionismo.

Oltre i problemi evidenti della chemioterapia del Businco, considerato il centro di riferimento regionale, emerge che “tutta la struttura è in grande sofferenza come dimostrano i ritardi nella diagnostica (con liste d’attesa di 40 o 50 giorni) nell’utilizzo della sale operatorie (attese di 6-8 ore) e, sul piano organizzativo, nella predisposizione del registro regionale dei tumori. In definitiva, i disagi per i pazienti sono aumentati perché manca ancora una “rete oncologica territoriale” che metta al centro la specificità del paziente e della sua famiglia e garantisca alle persone, oltre alle cure, il necessario supporto psicologico. Ci sono anche segnali positivi come quelli che arrivano con la realizzazione delle nuove strutture al Santissima Trinità ci Cagliari, ma ciò che più interessa è “una nuova prospettiva dell’oncologia in Sardegna”. Gallus ha condiviso i problemi sollevati dalle associazioni e ha sottolinea di “non aver mai provato grande entusiasmo per gli accorpamenti”. Il vice presidente Daniele Cocco si è invece soffermato sul problema delle strutture di breast unit in Sardegna ribadendo la “volontà di migliorare anche con questi strumenti la qualità del servizio pubblico”.

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