Franco Meloni (Riformatori): “Sulle accise non abbiamo fatto propaganda. Continueremo la battaglia”

Da Franco Meloni, esponente dei Riformatori, uno dei padri della “battaglia delle accise” riceviamo e pubblichiamo questo intervento di risposta all’editoriale di Carlo Mannoni.

Ho letto con l’attenzione che merita il lungo pezzo che l’ex Assessore Carlo Mannoni ha dedicato al tema delle accise ed in particolare all’impugnazione decisa dal Governo di Roma della Legge Finanziaria della Regione Sardegna per il 2014.

Breve sintesi per il lettore: il Consiglio Regionale, su spinta dei Riformatori Sardi, ha inserito tra le entrate della Regione circa un miliardo di euro derivante dalle accise pagate in Continente ma generate in Sardegna, così interpretando lo Statuto vigente dopo le modifiche introdotte nel 2006.

Il Governo Renzi ha invece interpretato in maniera diversa le norme dello Statuto e ha deciso di rivolgersi alla Corte Costituzionale.
Detto questo, veniamo alla questione. L’Ing. Mannoni ritiene che il Consiglio abbia sbagliato perché avrebbe modificato lo Statuto autonomamente e accusa i Riformatori ( e l’ex Presidente Cappellacci) di essere dei bugiardi perché , nella sostanza, avrebbero mentito sapendo di mentire.

Pur non essendo neppure uno studente di Giurisprudenza ma solo un modesto laureato in Medicina, non posso che concordare con l’Ing. Mannoni sul fatto che la Regione non può autonomamente modificare lo Statuto: non si può fare, tutti d’accordo, punto.
Il problema però sta nel fatto, evidentemente sfuggito all’ex Assessore, che lo Statuto è stato modificato, con un percorso legittimo, tramite un’intesa tra lo Stato e la Regione ( accordo Soru-Prodi) che è stata poi recepita nel comma 834 della L.n.296 del 27.12.2006 che ha novellato ( come dicono i giuristi ) l’articolo 8 dello Statuto Sardo.

Nel comma suddetto c’è infatti un ultimo capoverso che presumo sia sfuggito all’occhiuta attenzione di Mannoni, che recita come segue:

Nelle entrate spettanti alla regione sono comprese anche quelle che, sebbene relative a fattispecie tributarie maturate nell’ambito regionale, affluiscono, in attuazione di disposizioni legislative o per esigenze amministrative, ad uffici finanziari situati fuori del territorio della regione“.

Per essere più chiari, in base allo Statuto vigente ci spettano, spettano a noi sardi, non solo le somme pagate nel territorio regionale ma anche quelle “maturate” pur se pagate altrove.

E’ vero che al punto d) dello stesso comma si parla di imposte “percette” ma questo vale anche per altri punti per cui a me pare che l’ultimo capoverso sia quello decisivo, sennò sarebbe totalmente inutile. E allora perché il legislatore ce lo avrebbe messo?

Lo Statuto vigente fu modificato proprio dalla Giunta di cui Mannoni faceva parte in qualità di Assessore ai Lavori Pubblici e quindi stupisce che gli sia sfuggito un particolare così rilevante. Anche perché con quella modifica statutaria la Regione assunse su di sé un onere pesantissimo: il costo totale della sanità. Che a posteriori si è rivelata un grosso errore perché i costi sanitari hanno continuato a crescere mentre la crisi economico che ha travolto l’economia nazionale e regionale ha determinato una diminuzione delle entrate.

Ora mi domando per quale motivo dobbiamo assumerci la parte negativa dell’accordo e non quella positiva: a me pare che lo Stato stia rispettando solo la parte dell’accordo che ci impone spese ma non quella che ci fornirebbe nuove entrate.

Io non sono un giurista, come non lo è Mannoni, e non pretendo pertanto di avere ragione a tutti i costi ma mi domando perché dobbiamo aprioristicamente rinunciare a chiedere l’interpretazione più favorevole alla Sardegna, andiamo davanti alla Corte Costituzionale e vediamo a chi dà ragione.

E sono sorpreso e preoccupato dalla posizione dell’Assessore Paci (nomen omen) che si sdraia sulle posizioni del Governo e parla di pace invece che di contrapposizione: non otterrà nulla senza lottare, si batta per gli interessi dei sardi, non per quelli di Roma.
Nello Statuto modificato c’è scritto che ci spettano le imposte “maturate” in Sardegna anche se riscosse altrove, questo è incontrovertibile, scritto in italiano chiarissimo e per interpretare il quale non occorre una laurea in Giurisprudenza.
Sennò ci dica la Corte Costituzionale che quell’ultimo capoverso non vuole dire niente, è li per caso.

Peraltro la norma ora impugnata dal Governo fu votata all’unanimità in Consiglio, anche dai consiglieri del Pd che non si capisce bene se ora sono ritenuti scemi oppure in malafede. Davvero non capisco per quale motivo non dovremmo batterci per raggiungere un obbiettivo che ci consentirebbe una grande disponibilità finanziaria da usare come ci pare: anche per ridurre il costo dei carburanti, perché no ?

Così come non capisco per quale motivo l’ex Assessore , conosciuto come una persona pacata e di buon senso, debba per forza insultare quelli che la pensano diversamente da lui, distribuendo patenti di bugiardo a destra e a manca. Avremmo usato le accise per le elezioni, secondo lui. Voglio ricordare che i Riformatori hanno presentato la loro proposta di legge sulle accise nel 2004 e poi nel 2009, eppure non c’erano elezioni in vista.

Può darsi che ci sbagliamo, può darsi che la Corte Costituzionale ci dia torto ( e in questo caso l’accordo Soru-Prodi del 2006 da poco conveniente che era diventerebbe disastroso per la nostra terra !), se così fosse ne prenderemo atto ma perché pensare che siamo per forza disonesti ? Io di Mannoni non lo penso, preferisco pensare solo che si sbagli.

Franco Meloni

 

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