Da un lettore riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviata via mail alla nostra casella di posta e che affronta il tema degli stabilimenti balnerari in mano alle Forze di polizia e la loro gestione.
Spettabile Redazione,
volevo condividere con voi e con tutti i vostri lettori una situazione ai confini della legalità, proprio in un ambiente in cui questi principi dovrebbero essere garantiti.
Domenica mattina mi trovavo in spiaggia al Poetto con la famiglia e avevo necessità di acquistare una bottiglia d’acqua. Mi sono recato al vicino stabilimento della Guardia di Finanza e con mio grande stupore ho visto dei cartelli di divieto di accesso, lungo la fune di delimitazione dell’area ombrelloni loro riservata, che fino a qualche giorno prima non c’erano. Superati questi e arrivati al bar che dà sulla spiaggia, mi son sentito rispondere che i servizi del bar sono riservati ai finanzieri e ai loro familiari…
Premetto che l’acqua l’avrei pagata, non la pretendevo gratis.
Con grande delusione, amarezza e un po’ di umiliazione (soprattutto perché con me c’era mia figlia piccola) sono andato allo stabilimento dei Vigili del Fuoco, proprio accanto.
Abbiamo preso l’acqua e pure fatto colazione senza problemi.
Al di là del privilegio su cui non mi esprimo, sarebbe bello che queste situazioni da “casta” sparissero: forse sarebbe il caso di restituire la spiaggia alla libera fruizione.
Certo di una vostra considerazione, vi auguro una buona giornata
Grazie,
Stefano V.