Sassari-Olbia e Sindacopoli: le norme anti-corruzione c’erano, ma sono state ignorate

Nella drammatica vicenda giudiziaria, per le nostre istituzioni, delle gare falsate di due lotti della nuova strada Sassari-Olbia, è emerso in tutta la sua gravità l’assoluto potere discrezionale dimostrato dalla giunta regionale di centro destra nella scelta dei commissari in rappresentanza della Regione nelle diverse commissioni di gara per l’aggiudicazione dei diversi lotti dei lavori. Da quanto risulta dagli atti processuali, dettagliatamente riportati dalla stampa, tali nomine (che ovviamente hanno riguardato anche tecnici integerrimi), venivano disposte dal presidente Cappellacci, commissario straordinario per gli interventi sulla grande viabilità, e dal suo vicario, l’allora assessore Sannitu, su diretta segnalazione di diversi personaggi politici di centro destra e quindi nel rispetto del più bieco criterio della lottizzazione.

C’è da domandarsi se l’ingerenza della politica nella fase più delicata degli appalti, quale quella dell’aggiudicazione, soprattutto quando alla commissione di gara è demandata la valutazione di merito della proposta progettuale avanza dai concorrenti, potesse essere evitata. A questa domanda rispondo affermativamente. Tale ingerenza non solo poteva, ma doveva essere evitata qualora il presidente della Regione e il suo vicario con poteri commissariali sulla viabilità, si fossero attenuti alle disposizioni contenute nell’articolo 49 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 sulle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, da me proposta, in qualità di assessore regionale dei lavori pubblici nel 2006 e divenuta successivamente legge nel corso del 2007.

Per la citata disposizione di legge (articolo 49 della L.R. n. 5 del 2007), dal titolo “Commissioni giudicatrici”, ogni qual volta si deve procedere all’aggiudicazione di un’opera, sevizio o fornitura sulla “base di elementi di valutazione non definibili con criteri matematici”, la commissione di gara è formata da commissari “scelti prioritariamente tra il personale dipendente dell’amministrazione”. Poiché la Regione non difetta certo di funzionari o dirigenti in grado di partecipare alle commissioni d’appalto analoghe a quelle previste per i diversi lotti della nuova strada Sassari-Olbia, c’è da domandarsi perché non si sia data applicazione alla predetta disposizione normativa, preferendo invece commissari esterni scelti, peraltro, senza alcun criterio selettivo e di garanzia.

Infatti la stessa norma prevede e prevedeva che “in caso di accertate carenze in organico di adeguate professionalità… i commissari sono scelti con il criterio della rotazione” tra “professionisti con almeno dieci anni di iscrizione nei rispettivi albi professionali, nell’ambito di un elenco formato sulla base di rose di candidati fornite dagli ordini professionali”.

Quindi o funzionari e dirigenti della Regione o liberi professionisti scelti da un elenco approvato sulla base delle proposte degli ordini professionali. La ragione della norma è evidente: allontanare quanto più possibile la politica dalle procedure contrattuali della Regione e dei suoi enti, ovvero il contrario di ciò che è avvenuto.

Mi attendo l’obiezione che la norma da me citata si riferisce alle commissioni di gara della Regione e non a quelle dell’Anas, per cui sarebbe inapplicabile alle commissioni aggiudicatrici della stessa azienda. Rispondo anticipatamente a tale possibile osservazione: le designazioni dei commissari di nomina regionale all’interno delle commissioni Anas debbono (e dovevano) essere disposte con l’osservanza delle norme vincolanti per la Regione per la nomina dei commissari nelle proprie commissioni di gara. A parte le disposizioni di principio che la norma di legge contiene ed alle quali la Regione non si sarebbe potuta comunque sottrarre.

La realtà che emerge dalla triste vicenda giudiziaria di questi giorni è che alcune norme anticorruzione esistono da tempo e con la loro puntuale osservazione si sarebbe, forse, evitato uno scandalo di tale portata. Per il bene di tutti.
Carlo Mannoni

 

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