L’intelligence mondiale al lavoro sull’editoriale del quotidiano di Cagliari

I migliori analisti dell’intelligence mondiale, nonostante la festività pasquale, si sono messi al lavoro fin dalla prime ore della mattina per decodificare l’editoriale che appare oggi nella prima pagina de l’Unione sarda sotto il titolo “Cosa genera il terrorismo?”. L’articolo non dà una risposta definitiva alla domanda, ma offre alcune fondamentali indicazioni a partire da una coraggiosa sintesi del momento drammatico della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa: “Sarà una Pasqua un po’ meno serena, inutile negarlo”. Verità difficili, che l’editoriale denuncia senza censure e senza sconti. “Siamo spaventati dalla morte violenta e improvvisa”, incalza l’Unione sarda incurante delle ambizioni dei tanti lettori che sognano invece di morire di schianto, dilaniati dal tritolo.

Ma sono appunto le indicazioni di metodo ad avere suscitato l’attenzione degli 007. Dopo aver demolito con poche efficaci parole la scuola di pensiero, fino a ora sconosciuta ma insidiosa, che attribuisce la nascita dello stato islamico alla congiunzione tra Giove e il pianeta Papalla – “Niente succede per caso o per sfortunate coincidenze astrali” –, l’editoriale traccia un inedito parallelo tra il terrorismo che ha insanguinato l’Europa tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta e la Guerra Fredda. Già, ma qual è la relazione di quel fenomeno con la situazione attuale? Nessuna. Le due cose non c’entrano nulla l’una con l’altra: “Oggi la situazione è diversa e – in Occidente – la sfida è prima di tutto economica”, chiarisce infatti l’editoriale.

Ma allora perché parlarne? È esattamente questo interrogativo ad aver indotto vertici della Cia e del Mossad a mettere al lavoro gli esperti. Si ritiene infatti che se si riuscirà a trasferire questa tecnica di spiazzamento dai lettori de l’Unione sarda ai kamikaze dell’Isis, i futuri attentati saranno facilmente sventati. “Il lettore si chiederà: ma che c’entrano le bombe di Bruxelles?“, domanda l’editorialista. “Forse niente, forse tutto”, è la risposta.

In questo dire e non dire, si delinea non solo una nuova strategia antiterrorismo, ma anche nuova visione della Sardegna, a partire da una domanda che fino a ora nell’Isola nessuno aveva avuto il coraggio di porre: “Ma siamo consci del fatto che gli attentati di Parigi e Bruxelles sono parenti stretti di quelli che nel Mali e in Burkina Faso interessano hotel in cui gli uomini d’affari africani e occidentali pernottano dopo aver trattato importanti affari?”. Fulminante la risposta: “Il Burkina Faso è il quarto più grande produttore di oro in Africa”. Esatto, ma questo che c’entra con la domanda, e con la Sardegna? Ancora una volta, assolutamente niente.

La conclusione è aperta come sempre quando si affrontano complesse questioni epocali “Insomma – conclude l’editoriale – la situazione è ben più complicata di quella che semplicisticamente riassumiamo condividendo un link su Facebook o leggendo un resoconto delle agenzie di stampa (…) Ci troviamo nel bel mezzo di un ciclone i cui effetti sono imprevedibili… Per uscirne serviranno pazienza, fortuna e nervi saldi. Siccome la maggioranza di noi non ha né pazienza, né nervi saldi, che Dio ci aiuti”.

E che, soprattutto, aiuti i lettori de l’Unione sarda.

Sardinia Post

 

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