Cappellacci inciampa sul rating, in cinque anni Sardegna declassata

Il presidente Cappellacci inciampa sul rating. A far scivolare il governatore sono i dati dell’agenzia Fitch. Cappellacci ieri dichiarava: “Ben vengano altre forme di valutazione, alle quali siamo sicuramente favorevoli. Tuttavia al momento occorre tenere conto anche di quelle autorevoli già esistenti, come quella rilasciata recentemente da Fitch, che non solo certifica che i conti regionali sono a posto, ma anche che la Regione ha una credibilità e una solidità finanziaria superiore addirittura a quella dello Stato”. Così il presidente della Regione rispondeva alla proposta presentata dalla Confartigianato di un nuovo rating sulla politica regionale.

Andiamo con ordine. Il rating, in italiano classificazione, è un metodo utilizzato da agenzie specializzate con cui si assegna una valutazione tendenzialmente a titoli obbligazionari e imprese sulla base di coefficienti che calcolano il potenziale rischio finanziario. Il rating si estende anche agli enti locali, per i quali si utilizzano le stesse metodologie di calcolo

Analizzando la tabella di Dexia Crediop dello scorso gennaio (guarda) sul rating assegnato agli enti territoriali italiani si vede che il rating della Sardegna assegnato dall’agenzia Fitch (quella citata da Cappellacci) è A-. Cappellacci cita Fitch, ma omette di evidenziare come fosse il rating della Sardegna all’atto del suo insediamento e come è ora che si va a votare. In poco meno di cinque anni il declassamento è stato clamoroso.

Il rating, in italiano classificazione, è un metodo utilizzato da agenzie specializzate con cui si assegna una valutazione tendenzialmente a titoli obbligazionari e imprese sulla base di coefficienti che calcolano il potenziale rischio finanziario. Il rating si estende anche agli enti locali, per i quali si utilizzano le stesse metodologie di calcolo.

Da AA- ad A- perse tre posizioni: da un rating alto a un rating medio-alto

Cappellacci ha trovato il rating della Regione assegnato dall’agenzia Fitch nel marzo 2010 ad AA-, con un outlook stabile e una valutazione che interessava circa 2,3 miliardi di euro di debito in essere. In poco meno di tre anni, sotto la giunta Cappellacci, Fitch ha declassato la Sardegna di ben tre posizioni. Da AA- si è passati ad A+, da A+ si è scivolati ad A e, infine, da A ad A-. Nel marzo del 2013 sempre l’agenzia americana di rating Fitch aveva declassato la Sardegna di una posizione da A ad A- nel lungo termine e da F1 a F2 nel breve. Nel primo caso, secondo Fitch, la Sardegna ha «buone capacità di rispettare gli obblighi finanziari, ma è maggiormente suscettibile ai cambiamenti delle circostanze e delle condizioni economiche, rispetto agli obbligati con un rating migliore». Dunque tre posizioni perse in meno di cinque anni. Non si tratta di questioni meramente finanziarie, perché la valutazione del rating ha effetti anche sull’economia reale.

Quali effetti negativi per la Sardegna?

Quello che tecnicamente si chiama “downgrade”, cioè il declassamento sulla valutazione di affidabilità della Sardegna, non è un mero gioco contabile o un’operazione di alchimia finanziaria. Se gli enti locali,  oltre agli Stati e alle banche, hanno un voto di affidabilità è anche perché sono essi stessi a chiederlo: il rating per loro rappresenta un certificato di affidabilità. Se per esempio  l’ente decide di emettere delle obbligazioni per autofinanziarsi, il rating diventa un indicatore della sua capacità di provvedere al pagamento degli interessi e al rimborso del capitale alla scadenza.

Ma anche nel caso in l’ente locale non voglia emettere obbligazioni il rating ha un peso. E’ infatti utilizzato come strumento di “autodiagnosi” , di marketing territoriale (per esempio per attrarre nuovi investimenti) e come elemento di forza, se il rating è positivo, per negoziare i mutui bancari. Un downgrade di tre posizioni indica un progressivo collasso del sistema. E tra un mese è attesa una nuova valutazione.

Il downgrade finanziario, d’altra parte, è confermato da tutti gli indicatori economici che testimoniano come negli ultimi cinque anni la Sardegna sia retrocessa. L’economia reale boccia gli ultimi cinque anni di governo e l’agenzia di rating non fa che confermarlo. Invocare Fitch come indicatore di credibilità e solidità finanziaria della Regione, appare francamente piuttosto ardito.

Giandomenico Mele

 

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