Suggeriamo al presidente Francesco Pigliaru e ai nuovi assessori di dotarsi di elmetti da cantiere prima di aprire gli armadi delle precedente giunta regionale. C’è il serio rischio di finire sotto una catasta di scheletri.
Se vogliono premunirsi non solo attraverso attrezzature da cantiere edile, hanno però un’altra strada. Andare su un qualunque motore di ricerca on line e digitare Sardinia Post e poi parole come “Ugo Cappellacci”, “Sardegna promozione”, “SardegnaIT” e ancora, con pazienza e perseveranza, i nomi di alcuni dei loro predecessori, come Luigi Crisponi (suggeriamo la chiave di ricerca “capre” e “Oliena”) o Oscar Cherchi (parole chiave “Vip wine” e “Arborea”).
Avranno, in modo totalmente gratuito e in pochissimo tempo, un quadro – sicuramente parziale, ma indicativo – di quanto si è depositato in cinque anni negli armadi che stanno per aprire.
Adesso, però, è successo un fatto nuovo e rassicurante. Uno di quegli armadi è stato aperto direttamente su ordine della procura della Repubblica. Era quello a cui si arriva incrociando, oltre al nome della nostra testata, le parole “SardegnaIT”, “Ugo Cappellacci” e “Sergio Zuncheddu”. Il nostro Pablo Sole le aveva scritte un anno fa, esattamente l’11 aprile del 2013.
Nessuno le aveva riprese. I diretti interessati, al solito, non avevano smentito in alcun modo. Il mondo politico aveva fischiettato. Gli altri organi di informazione (con la sola eccezione de La Nuova Sardegna) pure. Silenzio di tomba. Cosa che, d’altra parte, è coerente con gli scheletri.
G.M.B.