Strage di Tempio, Frigeri scrive a La Nuova Sardegna: “Non sono stato io”

A due settimane dalla strage di Tempio in cui è stata sterminata l’intera famiglia Azzena (genitori e figlio di 12 anni) resta in carcere il presunto assassino, Angelo Frigeri, l’artigiano di 32 anni. L’accusa per lui è di omicidio aggravato da crudeltà. Ora, clamorosamente, ha scritto una lettera al quotidiano La Nuova Sardegna in cui si dichiara estraneo. E aggiunge: “Pietro era un bambino innocente che ha solo pagato le colpe del padre”.

Ecco il testo della lettera, scritta a mano in stampatello su un foglio a quadretti di un quaderno.

Alla Nuova Sardegna, volevo esordire con la frase: ce la fate a scrivere meno cazzate? Il rimorso che dico e che voi girate a vostro piacimento è che mi dispiace per l’accaduto non perché sia stato io, ma perché sono morte tre persone tra cui un bambino innocente che ha solo pagato le colpe del padre. Non ho fatto o rilasciato nessuna dichiarazione. Quindi non ho confessato nulla di ciò che riportate voi. Sul fatto della lite sono stato sottoposto a controlli e non riporto nessun segno di colluttazione e altri risultati sono nulli come quello della droga da voi riportato in precedenza. Non ne ho fatto mai uso tanto meno quel giorno. Quindi invece di scrivere cazzate scrivete qualcosa di sensato. Spero che non travisiate quanto ho scritto e ricordo che sono indagato e non omicida. La Golf da voi menzionata non era stata venduta e perciò restituitami senza nessun debito dovuto né da parte mia né da parte dell’Azzena. 

L’uomo, rinchiuso, nel carcere carcere sassarese di Bancali ha fornito più volte versioni differenti dei fatti per attenuare la sua responsabilità e in parte depistare. Prima ha detto di aver solo aperto la porta e aiutato sotto minaccia delle persone “venute da fuori”, due misteriosi napoletani, poi di esser stato costretto a ripulire la scena del crimine (tentativo comunque riscontrato). Quindi ha ammesso la collaborazione con i presunti assassini e la sua partecipazione materiale. A tre giorni dai fatti il capo della Procura di Tempio, Domenico Fiordalisi, aveva chiarito che Frigeri aveva “formalmente confessato, pur fornendo versioni parzialmente mutevoli”. Leggi l’articolo: “Strage di Tempio: Frigeri confessa a metà, ma gli inquirenti: “Ha agito da solo”.

Le vittime, Giovanni Azzena, e la moglie, Giulia Zanzani erano in affari ancora poco chiari con il presunto assassino. Frigeri in quei giorni stava effettuando dei lavori in casa, e i coniugi erano stati incaricati di vendere un’auto, la Golf, senza successo. Leggi: La strage di Tempio, si delinea il movente: una Golf e una cena in pizzeria.

L’artigiano era stato incastrato dalle videocamere posizionate nella via vicina alla casa delle vittime, nel centro della cittadina. È l’unico riconosciuto con certezza dagli inquirenti. Nella casa procedono gli esami tecnici: gli ultimi con il ‘luminol’ hanno rivelato la vera scena del delitto, dove sono stati strangolati i tre. Scena poi manomessa in un goffo tentativo di ripulire. Leggi: Strage di Tempio, il ‘luminol’ rivela: famiglia uccisa al secondo piano 

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share