Teatro, musica e una ‘Città delle muse’: ecco come Parma ha conquistato la Commissione

Nel 2017 aveva chinato il capo a Pistoia nonostante volesse celebrare con la nomina a capitale italiana della cultura i 2200 anni di vita, questa volta ce l’ha fatta forte di un dossier corposo ed articolato e della spinta di tutta la città, dal mondo delle imprese a quello della cultura passando per la politica. Al secondo tentativo Parma conquista il titolo ambito di cuore culturale del paese: è stata scelta oggi, nella sede romana del Ministero dei Beni culturali, come Capitale italiana della Cultura 2020 tra dieci finaliste tra cui anche la città di Nuoro.

Vittoria con consenso dall’unanimità della commissione grazie ad un progetto nato dall’esperienza dell’insuccesso precedente, ma anche dalla possibilità, grazie alla ritrovata stabilità economica del Comune, di poter investire e non poco sia in città che in provincia. Il capitolo cantieri, che il sindaco Federico Pizzarotti aveva promesso di attivare anche in caso di mancata vittoria, prevede l’apertura al pubblico dell’Ospedale Vecchio in Oltretorrente, la valorizzazione del Centro studi ed archivio della comunicazione dell’Università di Parma, la nascita di ‘La città delle muse’ che porterà musica e arte nelle periferie con il contributo del Conservatorio ‘Arrigo Boito’ che avrà il compito ambizioso di sonorizzare i quartieri.

Le produzioni avranno come cuore il Teatro Regio che, oltre ad una edizione speciale del Festival Verdi, avrà con una stagione speciale tutta dedicata al Novecento, con l’ausilio della Fondazione Toscanini e di Fondazione Teatro Due. Inoltre, il Lenz, riporterà all’attualità il tema della memoria. Edizione alla grande anche per il Festival della creatività contemporanea Parma 360 e con una nuova galleria d’arte fotografica. Le esposizioni toccheranno e valorizzeranno ancora di più il complesso museale della Pilotta, in particolare con una mostra dedicata alla storia dell’arte globale, la Fondazione Magnani Rocca, il Museo Guatelli e lo spazio Time-Lapse con un’esposizione dedicata ai media.

L’editore Franco Maria Ricci, che ha regalato il logo della candidatura, sarà protagonista con il suo Labirinto della Masone, meta turistica sempre più importante alle porte di Parma, anche una mostra che ripercorrerà le principali tappe storiche. L’assessore alla cultura del comune di Parma Michele Guerra ha poi promesso quattro ‘open call’, chiamate aperte in cui saranno invitati artisti italiani e internazionali a guardare e raccontare Parma dal loro punto di vista inedito. Momenti dedicati alla inclusione e accessibilità della cultura, alle proposte dei giovani per i giovani e alle industrie “creative driven”, destinate alla ridefinizione del tempo lavorativo. Per Parma è il secondo grande successo dopo quello ottenuto nel 2015 quando dall’Unesco ottenne il titolo di Città Creativa della Gastronomia, prima realtà italiana ad ottenere questo importante riconoscimento.

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