La ricca Parma è Capitale italiana della Cultura 2020, Nuoro beffata

Delusione per Nuoro, città finalista per Capitale italiana della Cultura 2020: il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, alle 11.20 di questa mattina, ha aperto la busta con il verdetto della Commissione, presieduta da Stefano Baia Curioni. Parma, in Emilia Romagna, è stata la città scelta tra le dieci arrivate in finale. Una città che si era già candidata nel 2016, e che tre anni fa aveva ottenuto dall’Unesco anche il titolo di Città Creativa della Gastronomia. Oltre a Nuoro e Parma, scelte come finaliste tra 45 città candidate, correvano realtà come Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

Sessanta pagine, dense di progetti culturali ed economici, hanno racchiuso lo sforzo e l’impegno creativo di un intero territorio da lunghi mesi al lavoro. Elaborato da uno staff che ha visto Massimo Mancini, direttore di Sardegna Teatro, nel ruolo di coordinatore, il dossier sulla candidatura, presentato al Mibact lo scorso 5 febbraio, è stato il fulcro di un lavoro di squadra e condivisione, che ha contagiato non solo la Barbagia ma tutta l’Isola. Sono state migliaia – oltre ai comuni, alle associazioni culturali, alle università, alle imprese, alle compagnie di trasporti – le persone che hanno sostenuto il progetto. Un’opportunità che i nuoresi non si sono lasciati sfuggire, consapevoli delle ricadute positive sulla città e su tutti i paesi limitrofi.

Come noto, la candidatura di Nuoro a Capitale della Cultura Italiana 2020 era dedicata a tutte le donne della Barbagia, non solo le muse di cui Marcello Fois ha scritto indelebili ritratti in una pubblicazione di prossima uscita (da Grazia Deledda, a Maria Giacobbe, Francesca Devoto, Giovanna Cerina), ma anche a quelle meno famose: editrici, grafiche, manager, direttrici di musei, musiciste o semplici casalinghe che sono la linfa della vita nuorese, artefici di un riscatto che vede nella cultura il segno più forte della vittoria.

Capitale cultura 2020, la sfida di Nuoro. Marcello Fois: “Più letteratura qui che a Berlino”

Una candidatura fondata sulla scrittura e sui personaggi che l’hanno resa famosa, da Salvatore Satta a Costantino Nivola, da Antonio Ballero a Francesco Ciusa. “Ma anche a tutti quelli che ancora oggi la portano nel cuore e in giro per il mondo, dalla storica dell’arte Cristiana Collu all’architetto-designer Flavio Manzoni” ha sottolineato Mancini, alla cui chiamata hanno risposto tutte le realtà culturali cittadine: l’Università, il Man, l’Isre, il museo Ciusa e le case editrici Maestrale e Ilisso, quest’ultima impegnata nel progetto di recupero di Casa Papandrea, destinato a diventare il primo museo permanente della scultura in Sardegna.

Svanito il sogno, resta il lavoro compiuto, la sensazione netta di una città che è stata capace di aver fatto davvero squadra, che è stata capace di creare alleanze e mettere in moto risorse inaspettate. Resta la volontà di molti nuoresi di sentirsi comunque parte di una capitale, al di là di qualsiasi premio. Perché non occorre arrivare al 2020 per riuscire a spiccare il volo.

Donatella Percivale

LEGGI ANCHE:

Parma Capitale della Cultura, il sindaco di Nuoro: “Andiamo avanti”

Teatro, musica e una ‘Città delle muse’: ecco come Parma ha conquistato la Commissione

L’assessore Dessena: “Il grande lavoro per Nuoro2020 non andrà perduto”

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share