Doppia preferenza, Sabatini (Pd): “Basta pretesti, deve passare”

Il ritorno in Aula della doppia preferenza di genere si avvicina e la tensione sale. “Basta strumentalizzazioni e pretesti, lo stralcio va approvato subito e senza tentennamenti”, attacca il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), in vista della discussione in programma martedì 21. “Sono da sempre un convinto sostenitore della parità tra i sessi – spiega – continuerò a battermi per assicurare la più ampia partecipazione democratica, e per quanto mi riguarda, non presenterò alcun emendamento per il collegio elettorale dell’Ogliastra”. Proprio un emendamento non condiviso sul 50% da garantire nelle liste e sulla necessità di assicurare candidati in numero pari anche nelle circoscrizioni con collegi dispari, è stato la causa del mancato via libera di martedì scorso.

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“Un emendamento della vergogna”, lo definiscono ora le rappresentanti di Coordinamento 3-donne di Sardegna. Una “proposta indecente – denunciano – che anche le leggi nazionali hanno sempre scartato, ove si vota col sistema delle preferenze, perché impossibile da applicare in tutti i collegi”. Una proposta “da ritirare”, incalzano e, “se non lo avete fatto – avvertono – fatelo subito”. Nessuno quella proposta l’ha ritirata, in effetti. Ieri è stata al centro della discussione in commissione Autonomia, dove però – nonostante le simulazioni illustrate dal presidente Agus a dimostrazione “che nulla cambierebbe se l’emendamento passasse” – non è stato raggiunto alcun accordo. Per arrivare a una soluzione la commissione si riunirà lunedì o martedì mattina a ridosso dell’Aula: si tratta di convincere il Partito dei Sardi che si è detto contrario. Per le donne del Coordinamento 3 l’emendamento potrebbe rappresentare “un pretesto per chiedere il voto segreto in Aula, una mossa da abili giocolieri. Noi però non non ci lasciamo incantare”.

E’ simile la posizione del Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria – già Comitato per il NO al referendum costituzionale – guidato da Andrea Pubusa, che ha già ha illustrato al presidente del Consiglio regionale Ganau i principi guida per modificare l’attuale legge statutaria in senso proporzionale. “Sull’emendamento i maschietti fanno melina in commissione. Non volendo chiedere il voto segreto in Aula per bocciare la doppia preferenza come nel 2013, hanno individuato una nuova tattica: assumere l’esistenza di un dissenso sui collegi con l’intento di scansare il voto. E così il rinvio del voto al 21 novembre alle 16 rischia di diventare una premessa d’insabbiamento”, ammonisce il Comitato.

“Non ho mai capito chi ha paura delle donne. Non capisco come e perché si possa temerle. Dietro i barocchismi che si stanno inventando per non fare una banalissima riforma della legge elettorale sarda c’è la paura, la paura delle donne, del femminile, che non è per nulla originaria della nostra cultura”. Lo scrive sul suo blog il presidente del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, che commenta quanto sta avvenendo in Consiglio regionale.

“Le culture sessiste hanno paura delle donne. Le culture del sesso come dominio hanno paura delle donne – osserva – Le culture che temono la bellezza, la grazia, l’intelligenza ordinata e sistematica che le contraddistingue, l’oblio di sé che genera l’amore, la bellezza del piacere che passa dai corpi e dalle anime, l’amore gratuito verso i figli, quell’amore che si impara prima con gli amici e con le amiche, perché è verissimo che si può amare perdutamente i propri amici e sentirli come affidati alle proprie cure. Chi teme la bellezza sempre in pericolo della vita ha paura delle donne”. “Per paura di loro che si fa? Quando stanno per vincere la corsa, si allunga la pista – spiega Maninchedda – Ma sono espedienti inutili e un pò tristi, roba da conteggi elettorali di fronte alla grandezza dei principi”.

 

 

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